Gordiano Lupi
Calcio e acciaio. Dimenticare Piombino
A.Car Edizioni, Lainate 2014, pp. 196, € 12,50
Romanzo della memoria, autentico ed elegante nella sobrietà dello stile quello che Gordiano Lupi ambienta nella sua Piombino; romanzo dal taglio narrativo non artefatto e un po’ in controtendenza, malinconico ma non triste, rievocativo dei sentimenti e delle radici che Giovanni, un ex calciatore in varie squadre di serie C del Mezzogiorno poi in un grande club milanese, riscopre e valorizza dopo il rientro a Piombino come giocatore prima, poi come allenatore della locale squadra di calcio. Vicende personali e attività della squadra che conobbe il suo momento più alto negli anni Cinquanta e che Giovanni riesce nuovamente a valorizzare si intrecciano nella serrata narrazione che in realtà ruota tutta intorno all’esperienza personale dell’introverso ex campione: un’esperienza segnata da delusioni amorose e dalla difficoltà di comunicare con la madre Carla e con Cinzia, la donna delusa da una relazione ormai conclusa con un collega trasferitosi a Cuneo, che lo sostiene con il suo affetto contribuendo a risolverne i problemi.
Arricchito da efficaci immagini di scorci della città maremmana, il romanzo ne rievoca con efficacia i luoghi monumentali e della memoria, richiamando contesti architettonici e sociali, in un intreccio avvincente di esperienza personale e sensibilità per le relazioni umane: un impasto di acciaio e mare che restituisce una Piombino fiera e ricca, non solo luogo della produzione ma comunità, una città di provincia ma non un centro marginale, anche in ragione delle sue profonde radici culturali. Pur nel momento declinante della sua carriera, quando passa dalla gloria della serie A alla modestia del suo nuovo compito in una squadra minore, il protagonista vi ritrova valori, ricordi (come quello di Sergio, sfortunato collega perito sul campo di calcio) e la possibilità di sviluppare relazioni umane.
Nel costituire il luogo e la sostanza dell’esperienza lavorativa e di vita di Giovanni, l’attività calcistica svolta a Piombino apre al protagonista una nuova prospettiva, attuata grazie alla comprensione della madre e all’aiuto di Cinzia: quella di aiutare Tarik, un calciatore marocchino che da povero emigrante è diventato l’uomo di punta della squadra di calcio piombinese, nel permetterne il ricongiungimento familiare. Infatti la giovane moglie e il bambino potranno vivere nella città maremmana grazie all’ospitalità nella dépendance della casa di famiglia.
Il romanzo di Lupi, attraverso il racconto di una sofferta ma non drammatica esperienza di vita, celebra l’onestà dell’introverso protagonista e quella di tanta parte della piccola e media borghesia della provincia italiana dedita al lavoro e alla produzione nel diuturno esercizio di mestieri e professioni, indicando la prevalente dimensione della vita del nostro paese, lontana, in sostanza, dallo scintillio di alcuni celebrati luoghi delle metropoli e dalla circoscritta e non sempre corretta azione di personaggi e ambienti al vertice della società.
Marcello Rotili