| Un mendicante in un'incisione di Rembrandt |
29 Marzo 2014
Milano – Vi sono numerosi italiani che accusano le persone rom che chiedono l'elemosina di essere fastidiose e di causare pregiudizio al libero cammino dei passanti, sui marciapiedi. Quando si giudicano gli esseri umani, bisognerebbe sempre riflettere e non esprimere sensazioni a caldo. È importante superare il sentimento di intolleranza, che purtroppo è assai diffuso nelle società moderne ed è entrato a far parte, ormai, anche dell'informazione e della cultura. Non dubito che vi siano cittadini che abbiano vissuto disavventure personali con i questuanti. Essi, però, devono tener presente che nessun popolo può essere accusato degli errori di un individuo. È quell'individuo, al di là dell'etnia cui appartiene, il destinatario di qualsiasi rimostranza e critica. Oltretutto, va considerato che non tutti i mendicanti sono rom e che non tutti i rom sono mendicanti! La mendicità è una condizione estrema in cui si può venire a trovare chiunque ed è una condizione difficile: ogni anno migliaia di mendicanti, in Italia, sono colpiti da violenze e insulti. Alcuni vengono assassinati, altri scompaiono nel nulla, altri ancora muoiono di freddo e malattie. Le farmaceutiche impiegano i mendicanti, con il loro consenso (consenso che è originato dalla tragica indigenza in cui versano) per sperimentare farmaci tossici e con gravi effetti collaterali. In queste condizioni di vita, può capitare che chi fa la questua sia un po' insistente o commetta degli errori, ostacolando i passanti. Il Gruppo EveryOne, di cui sono co-fondatore, difende con grande impegno la vita e la dignità di questi esseri umani colpiti dal più atroce grado di discriminazione. Una difesa che costa ai nostri operatori umanitari atti di persecuzione e repressione da parte di istituzioni e autorità.
Roberto Malini |