Sabato , 23 Novembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Spettacolo > Cinema anni 70 & 80
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Gordiano Lupi. Porca vacca (1982) di Pasquale Festa Campanile
28 Marzo 2014
   

Pasquale Festa Campanile è uno dei nostri registi meno considerati dalla critica contemporanea e attende ancora la giusta rivalutazione. Scrittore prestato al cinema, racconta le sue storie con garbo e umorismo, costruendo commedie sofisticate, interpretate da attori popolari. Porca vacca porta nel cinema di serie A la maschera surreale di Renato Pozzetto, inventata da Mogherini, ma di fatto strutturata dallo stesso comico, in un'interpretazione più intensa del solito. Siamo in piena Prima Guerra Mondiale, l'attore di avanspettacolo Primo Baffo (Pozzetto) viene reclutato e spedito in trincea dove fa i conti con le asprezze di un conflitto terribile, tra le doline del Carso, al confine con l'Austria. La pellicola si sviluppa come una storia d'amore e d'amicizia tra il soldato e due ladruncoli delle montagne, interpretati da Laura Antonelli e Aldo Maccione. Festa Campanile segue la lezione di Mario Monicelli e critica la grande guerra, sceglie di distruggere la retorica patriottica che da sempre riveste l'ultima guerra d'indipendenza, descrivendo orrori ed eccidi di un conflitto cruento.

Il personaggio interpretato da Pozzetto è il più dissacrante, perché canta per tutta la pellicola canzoni patriottiche corrette in versione satirica, facendo capire la posizione del popolo verso il primo conflitto mondiale. Laura Antonelli è una scaltra truffatrice che si approfitta di un soldato ingenuo, finge di amarlo, fa affari con gli austriaci e finisce per essere violentata da un gruppo di soldati. Nonostante tutto sia Maccione che Pozzetto sono innamorati di lei e fino all'ultima sequenza sognano di vivere insieme, magari sposandola entrambi. Il gesto più coraggioso del film verrà proprio dalla donna, che farà saltare in aria una diga e morirà per compiere una missione suicida. Non è patriottismo, però, ma soltanto vendetta per la violenza subita.

Festa Campanile racconta anche il teatro di avanspettacolo, un mestiere ingrato dove il comico è investito da improperi perché il pubblico vuol vedere soprattutto le gambe delle ballerine. Il potere consolatorio dell'arte, la funzione di sostegno e di sollievo al dolore nei momenti difficili è un tema caro all'autore. Ricostruzione storica perfetta, tra trincee, montagne, casolari sperduti, borghi di contadini, attacchi con il fucile, bombe che esplodono, soldati che scrivono a casa e temono la morte. Una pellicola comica che a tratti diventa drammatica, che racconta la vita, secondo la lezione della commedia all'italiana, a tratti soffusa di un tenue erotismo, in misura minore rispetto alla media dei lavori del regista. Il momento erotico più forte è quando vediamo in primo piano la mancanza di una donna, le avventure in casino con le prostitute e i fugaci incontri con ragazze di paese.

Un film contro la guerra, ma al tempo stesso un film bellico, perché le sequenze di battaglia sono girate molto bene, i bombardamenti sono realistici e alcune scene acrobatiche risultano credibili. Campanile inserisce la goliardia tipica degli ambienti militari, gli scherzi feroci, che si alternano a considerazioni profonde: “Io vengo dalla guerra. Là si muore e basta”, “Con la guerra non si capisce più niente. Non si sa chi nasce, non si sa chi muore...” Tra gli attori ricordiamo un valido interprete come Toni Ucci, soldato romano in trincea, autore dello scherzo feroce dei pasticcini alla merda. Dino Cassi, comico dei Brutos insieme a Maccione, si vede solo per una rapida sequenza. Sceneggiatura priva di buchi, anche se la storia perde di efficacia nella seconda parte, troppo sbilanciata sul versante sentimentale. Di grande effetto la frase finale: “Quando torna la Marianna la sposiamo tutti e due”. Non tornerà più. I due patetici eroi lo sanno bene. Ottima la colonna sonora – dolce e suadente, mixata a motivetti satirici come L'arrotino – composta niente meno che da Riz Ortolani.

 

Gordiano Lupi


Articoli correlati

 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.8%
NO
 29.2%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy