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In libreria/ Giuseppina Rando. L’altra letteratura contemporanea siciliana di Carmelo Aliberti
29 Marzo 2014
   

Carmelo Alberti, poeta, saggista e critico letterario, autore di 32 volumi di poesia e di importanti opere di saggistica sul Novecento, pubblicando l’ultima sua fatica, L’altra letteratura contemporanea siciliana, dà in dono alle Scuole superiori di secondo grado un testo utilissimo per tutti quegli insegnanti e studenti (anche universitari) che desiderano avere una visione completa della letteratura italiana, puntando l’attenzione su un consistente numero di autori siciliani contemporanei.

L’altra letteratura contemporanea siciliana si può considerare un complemento e/o un contraltare alla canonica letteratura italiana la quale attualmente, nei testi in uso o proposti, (sia per i tagli inflitti dalle recenti riforme ministeriali, sia per esigenze legate a fattori di tempo e spazio) non sempre dà un panorama fedele né rende giustizia alla vera letteratura, quella che si identifica con la vita. E identificarsi con la vita implica identificarsi con tutti gli aspetti della vita stessa, implica “conoscere non solo la primavera in fiore, ma anche i terremoti”, implica conoscere autori meno noti, autori che si sono impegnati ed hanno contribuito a cambiare il mondo non solo a rappresentarlo.

Gli autori siciliani di cui Carmelo Aliberti si occupa, dicevo, sono tanti (certamente la sua scelta è stata sofferta!); alcuni sono stati già “consacrati” dalla critica, altri “meno o poco noti, non ancora adeguatamente valorizzati”. Per i narratori si va da Vincenzo Consolo ad Angelo Fiore a Maria Messina, per i poeti da Angelo Maria Ripellino a Ignazio Buttitta, e poi ancora Rosso di San Secondo, Ercole Patti, Antonio Pizzuto, Beniamino Joppolo, Mario Rappazzo, Stefano D’Arrigo, Gesualdo Bufalino, Pasqualino Fortunato, Melo Freni, Emilio Isgrò, Andrea Genovese, Matteo Collura, Nino Famà, Giuseppe Bonaviri, Andrea Camilleri, Silvana Grasso, Angelina Lanza Damiani e tanti altri.

Aliberti si muove in un’area variegata nella consapevolezza che la pluralità delle voci riveli valori al di fuori dei canoni dominanti.

Scrivere un testo di letteratura significa distinguere, giudicare, chiarire, scegliere e Carmelo Aliberti, che ha insegnato nei licei per lungo tempo, possiede non solo vaste conoscenze, ma anche gli strumenti, le metodologie e soprattutto il coraggio di confrontarsi con la molteplicità di prodotti per arrivare ad esprimere giudizi critici con perizia. L’impianto costruttivo facilita l’impatto con il lettore che può leggere, dopo il profilo di ogni autore, diversi brani significativi, tratti dalle sue opere. Utilissima poi «la chiave di lettura e l’interpretazione del testo letto senza per questo pretendere» scrive Carmelo Aliberti nella Premessa «di predefinire la fruizione da parte del lettore o di volerne precludere sviluppi interpretativi personali».

Come opportunamente precisa Giorgio Bàrberi Squarotti, in quarta di copertina,… «il critico deve anzitutto spiegare, commentare e rilevare, nel modo più efficace, il valore del singolo componimento all’interno della singola vicenda letteraria dell’autore…il commento permette di chiarire anche la lingua che l’autore adopera, le sue posizioni, ideali, morali, politiche…» Sì politiche, perché Carmelo Aliberti sa bene che un’opera letteraria anche se nasce da una particolare situazione personale, si rivolge a tutti e, in conseguenza, se ha un messaggio morale, quest’ultimo diviene anche un messaggio politico: entra nella vita, nei pensieri, nei sentimenti della comunità.

In questo nostro tempo mercantile, intessuto di slogan e barzellette, di volgarità e narcisismi, di storie senza ethos e senza pathos, credo che Carmelo Aliberti, scrivendo L’altra letteratura contemporanea siciliana, abbia compiuto non soltanto un’opera intellettuale, ma soprattutto un atto etico: è un ottimo strumento di sicura utilità per la formazione e l’educazione all’umano. La sua è letteratura siciliana che «...scorre al di là e al di qua del bene e del male, se rappresenta una rosa, sa – come diceva un gesuita e grande poeta mistico tedesco del seicento, Angelus Silesius – che la rosa non ha perché e fiorisce perché fiorisce...» (C.Magris).

E fiorisce nella lettura agevole, capace di promuovere il gusto della ricostruzione storica, quello della ricognizione estetica e l’interesse per la fenomenologia culturale e sociale sullo sfondo della civiltà siciliana e italiana nel XX e XXI secolo.

 

Giuseppina Rando

 

Carmelo Aliberti, L’altra letteratura contemporanea siciliana

La Medusa Editrice, Marsala 2013, pp. 471, € 25,00


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