Il ricordo di Mila Spini si tiene alla “Bibliotecanova” all'Isolotto, l'unico luogo che Mila frequentasse anche se “clericale” come diceva lei che era anticlericale per la pelle. Di lei parliamo, in particolare ricordo che fu la presidente del Club delle “Vecchiacce”, come decidemmo lei e io di farci chiamare per respingere i soliti “vecchina vecchietta nonnina nonnetta”, segno di una visione compassionevole (sempre lecito il dubbio se per compassione o compatimento) della vecchiaia.
Riporto dal volantino con il volto ironico e irridente di Mila, la parte assegnata al presidente del consiglio di quartiere, che parla di “servizi istituzionali e non, esperienze di autogestione e forme di esistenza fuori della tradizione (béguinage, case-famiglia, cohousing), pratiche e visioni (tutto al plurale) dell'assistenza”.
Un bellissimo pomeriggio animato interattivo allegro, il luogo mostra una delle biblioteche di nuova costruzione, non imponenti, che non danno soggezione, abitabili, frequentabili, insomma l'autogestione è certo una “maglia rotta” nella rete, le forme di vita non conformi alla tradizione sono esempi che possono diventare pezzi di “teoria d'occasione”.
Il tutto all'insegna della molteplicità e della varietà, via dalla riduzione a uno e della gerarchizzazione delle forme.
A Bolzano il Comune vuole iniziare la distruzione di un grande edificio scolastico per cacciare varie associazioni culturali ospitate a piano terra e metterci una enorme biblioteca multimediale, un progetto che crede di essere innovativo per via delle tecniche che propone: invece l'innovazione è della coscienza, è culturale, le macchine seguono, se servono...
Lidia Menapace