Oltre la metà dei bambini siriani, 5.5 milioni, hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria. È l’allarmante dato diffuso dall’Unicef, che ha lanciato il programma “No lost generation”, per denunciare una catastrofe senza precedenti. I minori in Siria costituiscono il 50 per cento circa della popolazione e ciò significa che ormai metà della popolazione è in pericolo.
Dei 2,5 milioni di profughi che hanno trovato accoglienza nei paesi limitrofi (Turchia, Libano, Giordania e Iraq), 1,2 milioni sono bambini. Anche qui il dato è della massima gravità: nelle tendopoli i piccoli sono metà della popolazione, quindi sono costretti a vivere in condizioni di precarietà, in mancanza di nutrimento adeguato, cure mediche, protezione, istruzione, sicurezza. Oltre 37 mila sono i bambini che sono nati nella condizione di rifugiati: non hanno mai avuto una casa.
L’allarme riguarda il presente, ma anche il futuro della Siria: 3 milioni di bambini non vanno a scuola da circa 3 anni; gli edifici scolastici distrutti o trasformati in rifugi per accogliere sfollati sono almeno 4,072.
A questi dati se ne aggiungono altri, altrettanto drammatici. Sono oltre 12 mila, inoltre, i bambini uccisi in Siria negli ultimi tre anni; migliaia sono i bambini nelle carceri, arrestati o nati nelle celle dove sono detenute e torturate le loro madri. Migliaia sono i bambini costretti a lavorare dalla povertà, altrettanti sono quelli spariti nel nulla: si teme siano finiti nel traffico internazionale di esseri umani.
Di fronte a queste cifre apocalittiche, il mondo non è ancora in grado di prendere una decisione efficace per fermare tanto orrore. Il regime è ancora legittimato e i suoi alleati continuano a fornire armi; in questi tre anni nessuno ha escluso la Russia, principale sostenitrice di assad dal G8 o da altri organismi internazionali per il suo appoggio ai massacri contro la popolazione inerme. Sembra che nessuno sia in grado di fermare l’ingresso e la fornitura di armi alle bande terroristiche. L’opposizione siriana all’estero, frammentata, fragile e senza una reale voce unitaria, non riesce ad avere un peso nelle trattative. In questo stallo si sta scrivendo la condanna a morte di un’intera generazione. I bambini siriani sono vittime delle violenze e dell’indifferenza che rende il mondo complice del loro genocidio.
Asmae Dachan
(da Diario di Siria, 18 marzo 2014)