Per verificare che rivoluzionamento della rappresentanza data sarebbe l'applicazione della “clausola di non sopraffazione sessuale” basta che qualcuno/a di buona volontà e competenza ricavi -dai dati Istat aggiornati all'ultimo censimento, cioè alla data del 31 dicembre 2011- in numero assoluto e in percentuale i numeri degli elettori e delle elettrici, dei consiglieri e delle consigliere comunali, provinciali, regionali, dei deputati e delle deputate, dei senatori e delle senatrici e poi ci dica quanti posti debbono mollare gli uomini perché le donne possano raggiungere il 40% della rappresentanza, richiesto dall'applicazione della citata clausola di non sopraffazione sessuale. Non mi convince la battuta che è inutile riferire sui Consigli provinciali e sul Senato perché saranno aboliti, intanto perché non lo sono ancora e poi perché certamente i consiglieri e senatori in carica chiederanno di essere tenuti in considerazione per posti disponibili; e perché le corrispettive donne no? È anche inutile citare il governo Renzi: i ministri non esercitano rappresentanza e non sono necessariamente eletti: per influire in modo non clientelare sulla rappresentanza bisogna considerare tutte e solo le cariche elettive.
Se su costante pressione venisse ogni volta verificata la composizione per genere dei vari fenomeni sociali che si formano, si aumenterebbe la conoscenza reale della popolazione e si potrebbero giudicare nei loro probabili effetti a medio e lungo i programmi presentati dai vari organismi esecutivi o da partiti sindacati e movimenti nella società.
Per il vero, per ottenere questi risultati lo strumento esiste già, ma inutilizzato e si chiama lodo Prodi Finocchiaro, che ho sempre chiamato Finocchiaro Prodi, perché ho sempre pensato che la Finocchiaro lo abbia messo sotto la penna di Prodi che non lo avrà nemmeno letto: il citato lodo fa obbligo di predisporre sempre tutti gli strumenti ufficiali in modo che tutti i fenomeni vengano espressi in termini detti inclusivi, cioè distinti per genere, dal semplice .l. sottoscritt.. in là.
Ad esempio mi insospettisce che nel parlare dei “giovani”, categoria di dubbia scientificità, non li si distingua per genere e perciò non si sappia se la diminuzione della popolazione universitaria sia differente per genere, o se tra chi non cerca nemmeno più lavoro le donne siano più degli uomini. La eventuale notizia che donne giovani si mettano alla ricerca di un marito o di un compagno e “decidano” di dedicarsi solo al lavoro domestico, fa pensare che ciò sia ordinato o destinato o di fatto comporti di ristabilire le gerarchie e i ruoli sociali tradizionali, e che per questo i soggetti significativi dal punto di vista economico siano sempre solo l'impresa e la famiglia, sempre citati in questa sequenza. Un programma di restaurazione della dipendenza economica di molte donne da uomini, che le fa diventare custodi dell'ordine sociale e dissuasore della partecipazione dei mariti e compagni alle lotte, che comportano pericolo di licenziamento.
Mi colpisce molto sentire nelle interviste televisive casuali per strada dei ragazzi dire che vogliono una moglie o compagna “come si deve” che cucini lavi stiri, cioè una colf non pagata, e che non dicano nemmeno una con la quale sia piacevole e condiviso il sesso.
Una politica così può essere detta conforme ai “valori”, magari pure “non negoziabili”, ma in verità è l'anticamera del femminicidio, perché considera le donne come oggetti di proprietà che non possono avere una volontà propria, tanto che possono venire uccise se troncano una relazione; e riduce le donne in tale condizione di dipendenza e schiavitù da indurre persino qualcuna a uccidere per disperazione i figli, novella Medea.
Mala tempora currunt! – Scusate la citazione in latino segno solo della mia tardissima età, grazie
Lidia Menapace