GRAND HOTEL LUNA
Cav. Domenico Ruol Prop., 4.VIII.1922
Cara Mary, due righe in fretta mentre sono in attesa di partire per la frontiera. Sono arrivato stamattina a Venezia attraverso un lungo viaggio estenuantissimo, pieno di stanchezza e di sonno. Può dunque immaginare se sono in grado di raccogliere le mie impressioni su Venezia per riferirle a lei, che sarebbe come portar nottole ad Atene. Si contenti di sapere che io l’ho cercata per questi portici ma non l’ho trovata, e di ciò porto un po’ di rancore a Venezia. Volentieri sarei andato a far visita a suo zio se avessi avuto il suo indirizzo e un po’ di tempo a mia disposizione. Oggi mi sono riposato alquanto per affrontare una seconda notte di viaggio. Parto a mezzanotte. Arriverò a Graz domani sera, s’immagini. Queste sono le delizie del nostro sistema ferroviario. Viaggio in compagnia ma non è piacevole. Due piccioni che tubano ed io che non ho nessuna disposizione a portare la candela. Ma si tratta di altre poche ore e poi ciascuno si sceglie la via che più fa al suo caso. Vorrei ben dirle quanto mi è parsa meravigliosa, favolosa e incredibile questa sua città natale ma temo, anzi so bene, che non troverei parole adeguate. Veramente il Canal Grande è un’opera sontuosa e titonìa che pare fatta da Nettuno in un giorno di grande felicità e di splendido umore. E Venezia è una perla e il suo eterno trionfo è quello di Galatea che corre sopra un carro guidato da scherzosi delfini. Sa chi è il solo poeta che avrebbe potuto sentire Venezia e che l’ha sentita senza esserci mai stato? Shakespeare. Pensando a lui io mi sono consolato di tutta la rettorica del Fuoco, della Nave e altre ottusità e profanazioni dannunziane. Ah il colore di quel mare all’entrata della laguna! E come Venezia compare subito alla fantasia, con tutto il suo mistero marino, sebbene cogli occhi non si veda ancora, la più bella conchiglia del mondo, uno dei frutti più straordinari che abbiano creato le favolose regioni sottomarine.
Ohibò! Eccomi proprio malamente imbarcato. Non legga a nessuno questa mia lettera scritta solo per il piacere di stare un poco con lei e perdoni al suo vecchio amico se non l’à saputa risparmiare. Stia bene. Le scriverò dall’Austria. Saluti a tutti.
Suo affezionatissimo
V. Cardarelli
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