Roma, 30.VII.1922
Cara Mary non guardi alla carta sulla quale scrivo. Non ne ho altra sottomano e preferisco scriverle su questi fogli fincati piuttosto che rimandare ad un domani molto problematico le poche cose che ho in anima di dirle. Come già le scrissi, io partirò senz’altro mercoledì sera alle ore otto e minuti. Sarò a Venezia il giorno dopo alle nove e mi ci tratterrò alcune ore per attendere il treno che mi porterà direttamente a Graz, a mezza via tra il confine e Vienna. Finalmente vedrò Venezia! Si figuri se penserò alla mia venezianina di San Remo. Gabriellino D’Annunzio, che assicura di conoscere Venezia più di qualsiasi altra città della Terra, mi consiglia di prendere il vaporino e di andarmene subito a Piazza San Marco dove conto di sedermi ad un caffè e lì consumare molto platonicamente le poche ore che avrò a mia disposizione. Questo primo assaggio di Venezia, assolutamente impreveduto, corrisponde assai bene alla mia natura curiosa e svagata insieme, impaziente e sedentaria. Le dirò poi a suo tempo le mie impressioni. In quanto al mio indirizzo in Austria, non so ancora dove andrò a fissarmi, né quanto ci rimarrò, credo però molto, ad ogni modo più di tutti i miei amici. È probabile che passerò l’estate in un luogo di villeggiatura vicino a Vienna sul Danubio. Ai primi di settembre andrò a Budapest dove sono invitato da un circolo di cultura a tenere una conferenza letteraria. Quindi un viaggio per la Tedescheria. Eppoi ritorno e scelta di una residenza stabile per l’inverno venturo. Tra questi due periodi non è escluso che io possa fare una capatina in Italia e allora desidererei venire alcuni giorni a San Remo. Ma non precipitiamo. Porto con me molti buoni libri e ottimi propositi. E lei che fa? Come vive? State tutti bene? Mi scriva pure alla Ronda, finché non avrà il mio nuovo indirizzo. Le sue lettere mi saranno rimandate.
Au revoir cara Mary, saluti i suoi e mi creda sempre il suo affezionatissimo
V. Cardarelli
12 – segue