Rimini – Da una prima lettura della sentenza n. 32/2014 della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittima la legge Fini-Giovanardi, pare di potere dire che si tratta di un gravissimo J'accuse al modo con il quale Carlo Giovanardi, Gianfranco Fini e loro accoliti hanno ritenuto di potere innovare in modo subdolo e surrettizio una materia come quella degli stupefacenti sottraendola deliberatamente e consapevolmente al confronto parlamentare, non solo stravolgendo il contenuto dell'originario decreto legge, ma, addirittura, blindando la procedura illegittimamente seguita anche attraverso il ricorso al voto di fiducia.
Queste critiche vanno, quindi, ben al di là della eventuale querelle di merito in ordine alla distinzione delle sanzioni per le droghe pesanti e quelle leggere, perché, inoltre, lasciano luogo aperta la possibilità di dare un giudizio negativo alla scelta di unificare le pene.
Emerge un quadro allarmante in base al quale il governo dell'epoca intraprese una linea palesemente illegittima nella convinzione di non incontrare ostacoli, anche per l'impossibilità del Presidente della Repubblica di intervenire anche solo parzialmente.
Carlo Alberto Zaina
legale e consulente Aduc in materia di stupefacenti