L’iniziativa che il 22 settembre ha portato a Tirano “H2Oro – L’acqua – un diritto dell’umanità”, della Compagnia Teatrale Itineraria, è la “Festa dei Volontari 2006” del Centro servizi per il volontariato Lavops, promossa dalle Botteghe del Mondo Sconfinando di Tirano e La Bottega della Solidarietà di Sondrio, da Legambiente di Tirano, con il patrocinio della città di Tirano.
Avete mai sentito parlare dell’acqua S. Rubinetto? Sarebbe certo successo se fosse ad esempio uno dei marchi della Nestlè (fatturato in Italia per le acque da tavola = 870 milioni di €/anno - budget annuale di spesa pubblicitaria = 60 milioni di €). No, l’acqua S. Rubinetto non si compra nei supermarket: è solo una trovata dello spettacolo “H2Oro – L’acqua – un diritto dell’umanità”.
Nel finale dello spettacolo il protagonista distribuisce volantini-etichette che rinforzano un messaggio del lavoro degli autori: l’acqua potabile, quella del rubinetto, è più buona, e molto più economica, delle acque da tavola.
La pubblicità delle acque in bottiglia incanta gli Italiani, che detengono il primato mondiale dei consumi, con 5 miliardi di bottiglie e 300.000 TIR sulle strade. Il business arricchisce le multinazionali. Le concessioni corrispondono a cifre irrisorie, inferiori alla spesa per la colla dell’etichetta. Così la Lombardia spende per smaltire le bottiglie di plastica dell’acqua almeno 15 volte quanto raccoglie con le concessioni.
La qualità delle acque imbottigliate giustifica i costi economici? Sembra di no. Dopo che la Procura della Repubblica di Torino aveva scoperto che alcune analisi delle acque da tavola erano truccate, l’Istituto Superiore della Sanità aveva avviato un controllo più ampio: su 98 acque solo 12 erano state trovate in regola. Ma attenzione, per esempio per l’arsenico si ritengono accettabili 50 µg/l per l’acqua in bottiglia, mentre i controlli negli acquedotti non devono superare i 10 µg/l. E i controlli sugli acquedotti devono essere più frequenti!
“H2oro – L’acqua – un diritto dell’umanità” affronta anche altre questioni: le privatizzazioni dell’acqua, il diritto all’acqua degli abitanti dei paesi poveri, le guerre per l’acqua, le grandi dighe e le conseguenze per le popolazioni, gli sprechi, le perdite degli acquedotti...
Molti gli stimoli per riflettere e... cambiare! Ci sono esempi di iniziative collettive, come la distribuzione di riduttori di flusso (quegli aggeggi che mescolano acqua e aria). A Bagnacavallo Legambiente ne ha distribuiti 24.000, al costo di 10 €/famiglia. Il risultato è stato una contrazione dei consumi di acqua potabile del 25%. Anche il cambiamento dei comportamenti dei consumatori può essere determinante: come dice padre Alex Zanotelli: «Votiamo ogni volta che facciamo la spesa!»
Si può iniziare a bere acqua “S. Rubinetto”. Se poi ci piace il succo d’arancia, teniamo presente che per ogni bicchiere di succo è servita una quantità 1.000 volte superiore di acqua per irrigare l’aranceto. La spremitura e la lavorazione hanno consumato altri 22 bicchieri di acqua. Se la storia del vostro succo comprende pastorizzazione, concentrazione, congelamento trasporto e reidratazione (3/4 del succo consumato nel mondo) sappiate che è servita altra acqua e qualche bicchiere in più di petrolio. Forse ci sono stati anche problemi di lavoro minorile. Una bella alternativa è quella di comperarsi arance equosolidali e farsi in casa una bella e fresca spremuta. Oppure bersi un succo di mela nostrano, prodotto con frutta coltivata e trasformata vicino a casa!
Il risparmio dell’acqua potabile diventa importante anche nei nostri acquedotti, che soffrono la sete sempre più spesso. Un cambiamento sarebbe necessario nei meccanismi di fatturazione: la normativa prevede che per ogni utenza il consumo minimo fatturato sia di 145 m3. Se chi consuma di meno non viene premiato, in molti casi mancherà un importante stimolo a modificare i comportamenti!
Ruggero Spada
(da Tirano & dintorni, ottobre 2006)