Venerdì , 22 Novembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Nave Terra > Lisistrata
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Lidia Menapace. Donne in vista
23 Febbraio 2014
 

Che si vedano più donne a me fa solo piacere e in questi giorni donne se ne vedono molte, dall'Ucraina al festival di San Remo, dal governo Renzi alle primarie-investitura della Meloni a Fratelli d'Italia.

Il fatto è che l'unico posto dove non se ne vede né sente alcuna sono i partiti di sinistra. Anzi addirittura la corrente di Civati, l'unico pezzo di Pd che ancora vuole potersi dire di sinistra è anche l'unico pezzo di politica partitica dove di donne sui palchi se ne vedono di rado.

Nei movimenti invece va molto meglio: No Tav di Valsusa ha una portavoce, No Muos le mamme di Niscemi, e tutti i i comitati che si formano sulle più varie questioni sociali sono per lo più diretti o rappresentati da donne.

Anche nel sindacato le donne che si vedono non sono poche e più d'una di spicco.

Non parliamo della magistratura e delle professioni che ormai sono terreni aperti, probabilmente ancora con incrostazioni di pregiudizi, ma che si possono varcare.

Per i partiti scelgo il Prc, il partito al quale sono ancora iscritta, che è certamente di sinistra, e vuole esserlo, anzi essere comunista. Alcuni congressi fa si era definito all'articolo 1 dello Statuto anticapitalista e antipatriarcale, poi il secondo epiteto è stato lasciato cadere e non è più scritto, non so se stato esplicitamente abrogato, ma credo di sì. In ogni modo il Prc è sicuramente un partito comunista ed altrettanto sicuramente è patriarcale.

Mi piacerebbe capire perché, dato che è anche un partito gentile e accogliente, educato e senza laederismi.

Arrischio una prima lettura, che fa riferimento alla sua cultura politica, che -a mio parere- è rappresentativa di un marxismo amputato, e ridotto ad essere industrialista e fabbrichista.

Marx però non lo era, non pensava che il lavoro fosse un valore in sé, gli interessava che non fosse sfruttato (liberare il lavoro dallo sfruttamento) e poi alleggerito (liberarsi dal lavoro), tanto che già a metà del secolo xix scriveva che tre ore al giorno di lavoro dipendente organizzato sarebbe bastato e produrre tutto ciò che basta per vivere decentemente, sicché la meta del comunismo sarebbe state quella di lavorare tutti (e tutte?) tre ore al giorno e poi dedicarsi alla poesia arte cultura ozio divertimento ecc. Qualche ombra o reticenza su chi avrebbe svolto il lavoro di cucina e simili c'è davvero già lì. In verità nemmeno Marx considerava il lavoro della riproduzione e la sua economia: oggi è assolutamente necessario. E per intanto mi fermo qui.

 

Lidia Menapace


Articoli correlati

 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.7%
NO
 29.3%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy