Sono quasi scomparsa, vi sarete accorti, complice anche una congiuntivite che mi ha suggerito di non abusare della vista né per leggere né per scrivere. Tutto vero, ma la ragione è che sono ammutolita, basita, stupefatta, frastornata e non so quante altre parole che indicano confusione smarrimento scoramento sconcerto metterei in fila per trasmettere il mio stato d'animo.
Innanzitutto uno sconcerto etico, come quello dichiarato da Lucia Annunziata, con la quale di rado mi trovo in sintonia, ma questa volta sì. Due gli episodi che mi hanno colpito dal punto di vista della morale pubblica. Il primo: Berlusconi ricevuto al Quirinale e ospitato alla tv pubblica, i corazzieri che scattano sull'attenti davanti a un pregiudicato, insomma non occorre aggiungere altro; il secondo il cinismo e la pugnalata alla schiena data da Renzi a Letta.
La barbarie ha ormai conquistato la scena pubblica del più alto e importante teatro del nostro paese.
E sembra che l'enormità dei fatti abbia come anestetizzato tutti e tutte, sembra di leggere Manzoni e la rassegnazione che racconta quando la peste diventa invincibile e dilaga.
Fino a prima della crisi di governo mi esercitavo a cercare e trovare precedenti nella storia repubblicana e ragionavo su Letta che mi sembrava moroteo e Renzi fanfaniano sputato, e mi chiedevo come mai del Pci non sia rimasta nemmeno la memoria, mentre la Dc c'è ancora, come base storica, nomenclatura ecc. ecc.
Ripartiamo da qui e avanti tutta, sembra che da molte parti non collegate stiano partendo iniziative interrogativi proposte domande chiarimenti ecc. ecc. Anche Finardi richiama il suo itinerario musicale per riconfermare la voglia di far musica e insieme rispondere all'obbligo di capire perché è stato sconfitto.
Mi pare un esordio corretto.
Se Finardi si rifà alla musica, il suo linguaggio, io allora mi rifarò al linguaggio della politica: comincio a dire che le donne – adesso che facce gentili carine ben pettinate vestite con eleganza e parlanti fluido si vedono di più in Tv – non sono mai state più assenti sottintese assimilate, si può fare un intero pomeriggio di discussioni sul governo Renzi sulla rete 3, e non c'è parola di donna, nemmeno mezza, a parte le gaffes della First Lady.
Spero che a Lucrezia Reichlin non faccia danno il fatto di essere figlia, oltre che di Reichlin, anche di Luciana Castellina: si dovesse sapere che sua madre è ancora comunista (un avanzo del Novecento!) potrebbe pagarne le “colpe”.
Sembra di essere tornati/e alla legge mosaica, prima cioè della grande riforma, forse rivoluzione, introdotta da Gesù Cristo.
E dire che ci toccherà, per non sembrare antichi e rottamandi: “viva la riforma feudale moderna!”
Bei tempi, non c'è che dire.
Lidia Menapace