È stato presentato martedì 11 febbraio presso la Biblioteca comunale di Sondrio il progetto finanziato dalla Fondazione Cariplo nell’ambito del bando 2013 “Favorire la coesione sociale mediante le biblioteche di pubblica lettura”.
Partendo dalla convinzione che le biblioteche non debbano soltanto assolvere al compito di promuovere cultura attraverso il prestito di libri, ma possano assurgere a luogo ideale per attuare aggregazione sociale, i soggetti promotori hanno ideato questo progetto, ottenendo la copertura finanziaria del 60% (82.000 euro) dalla Fondazione. Ente capofila è il Consorzio di cooperative sociali Sol.Co. Sondrio, il suo partner Comune di Sondrio -Biblioteca “Pio Rajna”- e il Sistema Bibliotecario della Valtellina coi comuni aderenti.
A partecipare saranno undici delle diciotto biblioteche del Sistema: Ardenno, Caspoggio, Chiesa in Valmalenco, Delebio, Dubino, Lanzada, Montagna in Valtellina, Morbegno, Sondrio, Talamona e Tirano.
I soggetti promotori sono partiti con l’individuare, grazie ad una sistematica raccolta di dati, le necessità prioritarie.
In sostanza si tratterà di promuovere una serie di azioni rivolte all’incontro delle più diverse realtà di fruitori delle biblioteche affinché si possa realizzare un vero e partecipe incontro e scambio di potenzialità, storie, competenze e saperi. Tali azioni si concretizzeranno in attività già stabilite, da svolgersi nel luogo biblioteca, e in altre che andranno creandosi, a partire dai reali bisogni, dalle richieste via via proposte dai fruitori delle iniziative. Ciò al fine di non calare dall’alto una serie di cose da fare, ma piuttosto con l’intento di far nascere e poi mantenere una rete di comunicazione e di relazione.
I destinatari di tale progetto sono da ravvisarsi in tutta la popolazione, con particolare riguardo alle fasce più disagiate economicamente o socialmente, agli immigrati, ai disabili, ma anche agli anziani (che – come puntualizza Marina Cotelli, assessore alla Cultura sondriese – si rivelano scarsi frequentatori della biblioteca di Sondrio) e ai giovani, viceversa molto presenti. Tutto ciò cercando anche un tipo di approccio intergenerazionale, vissuto anch’esso come risorsa: un esempio potrebbe essere costituito dalla proposta di incontri a cura dei ragazzi e rivolti agli anziani affinché si accostino all’uso del computer, alla navigazione su Internet ecc.
Ci saranno, poi, letture o altre attività pensate da gruppi di promozione che potranno andarsi a formare interloquendo – come è nel progetto – con i referenti principali delle svariate realtà locali: degli immigrati, rivolgendosi ad esempio alle associazioni che operano già in quell’ambito, delle associazioni giovanili, sportive, di chi si opera nel mondo della disabilità. Nasceranno in tal modo attività co-progettate, che potranno spaziare nella presentazione delle diverse culture, nell’affrontare il tema del viaggio, del racconto, del teatro. Un coinvolgimento attivo per tutti coloro che, a diverso titolo, parteciperanno alle proposte; coinvolgimento che – come si deduce – andrà spesso a incontrarsi con la realtà del volontariato e dell’associazionismo, e in generale col riconoscimento di sentirsi cittadini attivi e di vivere il proprio ambiente. Completano il progetto e si propongono a garanzia del suo successo, l’istituzione di una “cabina di regia” ravvisata nei tre soggetti promotori, precedentemente citati, e l’idea che costantemente debba attuarsi un reciproco scambio di buone prassi, informazioni, gestione delle iniziative.
Solo così ci potrà essere quella rivoluzione auspicata dall’assessore Cotelli: «La biblioteca è chiamata ad assumere sempre più un ruolo sociale, a contribuire al raggiungimento di quel benessere richiesto dalle politiche di welfare, rivolto a tutti, ma in particolare ai più svantaggiati. In biblioteca riconosciamo il luogo ideale dove le distanze fra le persone devono elidersi, il luogo dove ci si sente accolti e si accoglie, il luogo/piazza dove si compie l’incontro interculturale e interclassista. Un concetto che deve certamente ancora essere metabolizzato, come metabolizzato deve essere il cambiamento della nostra società. È il welfare che ci viene richiesto oggi: vivere la città con un taglio marcatamente sociale».
Questo appare chiaro nell’esposizione del progetto, a cura di Massimo Bevilacqua, direttore di Sol.Co., il quale precisa che «il punto forte del progetto è proprio l’approccio completo, sia dal punto di vista propriamente operativo del Sistema bibliotecario, sia da quello altrettanto indispensabile – come si è edotto – di coloro che sono costantemente attivi nell’ambito sociale. Un insieme di competenze rivolte ad un importante servizio comune». «Quello che ha premiato, nel nostro progetto, facendoci ottenere il finanziamento Cariplo» prosegue Bevilacqua «è stato il processo di raccolta di dati concreti, l’aver proceduto dal basso, per così dire, attraverso la lettura dei contesti e solo in un secondo tempo con la costruzione delle azioni necessarie».
La responsabile del Servizio Cultura della provincia, Gloria Busi ha rimarcato come il progetto sia l’ultimo atto di un’azione partita nel 2009, poco dopo l’attivazione del Sistema bibliotecario, con l’ottenimento di un importante finanziamento di 700.000 euro – sempre da Fondazione Cariplo – con il quale si è già realizzato il rinnovamento di sei su otto biblioteche (a breve comincerà quello della biblioteca di Morbegno). «Rinnovamento non solo di tipo architettonico, ma appunto rivolto a quelle istanze di coesione sociale che sono alla base anche di quest’ultimo progetto».
Interessante la puntualizzazione del 'bibliotecario' di Sondrio, Adriano Stiglitz, che sul progetto afferma: «Non si tratta di attuare un mero elenco di attività predefinite, di dare il via a consueti corsi per… Piuttosto di fornire le possibilità e l’ambiente ideale perché si realizzino iniziative che facilitino l’incontro fra persone. Semplicemente persone, ecco. Non 'settorializziamo' troppo: non vorrei passasse l’idea che si faranno cose per gli anziani, per i giovani, per gli immigrati… insomma a comparti stagni. Né che ci siano destinatari di qualcosa, da un lato, invece che soggetti in grado di dare anch’essi. Altrimenti l’impressione è di vivere queste categorie come altrettante fonti di problemi, anziché come risorse».
Poiché questo sono, le persone, questo siamo. Ognuno di noi: portatori di storie, esperienze e ricchezze, che possono essere scambiate e di conoscenze da riscoprire.
Annagloria Del Piano