Venerdì , 22 Novembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Critica della cultura > Arte e dintorni
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Aldo Fallai. Da Giorgio Armani al Rinascimento 
Fotografie 1975 – 2013
Portrait, 2009
Portrait, 2009 
14 Gennaio 2014
 

A Firenze nel contesto dell’85ª edizione di Pitti Uomo si sono aperte a Villa Bardini e al Museo Stefano Bardini, fino al 16 marzo 2014 (catalogo Edizioni Polistampa) due sezioni della mostra Aldo Fallai. Da Giorgio Armani al Rinascimento. Fotografie dal 1978 al 2013 curata degli storici dell’arte Martina Corgnati e Carlo Sisi, già direttore della Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, con Luigi Savioli, ideatore e organizzatore dell’evento.

Siamo nei primi anni Settanta quando Aldo Fallai, come per scherzo, prende in mano per la prima volta una macchina fotografica per rivolgere l’obiettivo verso una modella che indossa un abito firmato Armani. Gli esordi dell’epoca del Made in Italy, come noto, legati ad alcuni giovani stilisti, geniali e coraggiosi. Armani, Versace, Coveri, Ferrè, Krizia, Valentino sfuggono alle leggi elitarie e asfittiche della houte couture e ribaltano l’antico predominio francese imponendo uno stile inedito, moderno, legato però alla grande tradizione d’arte e di gusto del paese. Il tailleur sobrio e maschile che, d’improvviso, rappresenta la donna Armani, ma anche il suo classicismo e il suo stile elegante si impongono al mondo intero come segno tipicamente italiano. Fallai racconta tutto questo come nessun altro: mitiche le sue immagini in bianco e nero di donne bellissime, dallo sguardo deciso e netto, tacco basso, pantalone morbido in seta, guanti di velluto. Figure seducenti, ma protagoniste della propria vita e delle proprie decisioni. L’artista usa modelle e attrici, anche le più ammirate e celebri, con naturalezza. Trasforma l’abito in immagine, la moda in storia del gusto. Le sue foto descrivono l’essenza di un’epoca, il trionfo delle case di moda italiane. L’antologia delle immagini che, in questa mostra, ripercorre la biografia artistica di Aldo Fallai giunge a proposito non soltanto per dare evidenza al lavoro di un protagonista del nostro tempo, ma anche per verificare l’immenso scarto che si percepisce fra il messaggio concettuale e formale dei modelli fissati da un obbiettivo colto e pensoso e quello trasmesso oggi da repertori di fotografie per lo più convenzionali e ripetitivi. Le fotografie di Fallai offrono invece orizzonti molteplici alla lettura del costume e della bellezza, dal momento che opera sul modello per ricavarne spunti ora formali, ora introspettivi, ora capaci di suggerire analogie con le inesauribili risorse della nostra cultura figurativa.

Sembrano parlarci, i ritratti di Aldo Fallai. La perfezione formale, la plasticità delle pose, la nitidezza delle sfumature, la profondità degli sguardi e la sensualità che traspare dai corpi ci rendono foto non solo superbe dal punto di vista stilistico, ma anche capaci di emozionarci, di attrarci, di indurci a rispecchiare noi stessi in loro. Lo studio della posa, la sollecitazione dei sentimenti, la cadenza stessa degli abiti in quiete e in movimento si manifestano quale risultato di un progetto formato sullo studio e sull’esperienza militante dell’arte, per cui risulta naturale collocare l’opera di Fallai entro la nobile filiera alimentata dai cruciali dibattiti che, già nel XIX secolo, davano rilevanza alla questione del modello in posa e, più in generale, all’impegno posto dall’artista nel mediare la banalità del reale. Erede del Novecento, Fallai non è dunque estraneo alla “cultura della Biblioteca” e alla “cultura del Museo” che per primi i metafisici accamparono sull’inammissibile varietà del reale la sola possibile via capace di attenuare ogni barlume di vita corrente nelle raffigurazioni, per rivestirle d’un aspetto severo e ineffabile: processo di poetica alterazione del dato naturale che avveniva appunto per via di citazioni, di traslati formali e concettuali basati in special modo sullo studio antico e dei maestri, reinterpretati alla luce dello spaesamento e dell’ironia. Non a caso, alla ricerca di un inquieta miscela di forma e dato reale la pittura di Caravaggio avrebbe fornito nel tempo risposte significative, dai ‘calchi’ cinematografici di Pier Paolo Pasolini ai secentismi ombrosi nelle opere di Carlo Maria Mariani. Pensieri, questi scaturiti spontaneamente in margine alla bellissima sequenza delle fotografie di Fallai che del corpo e delle sue molteplici espressioni danno interpretazioni variate, ma tutte, sembrano, riconducibili al vigile governo della composizione, al controllo dei sentimenti, al fuoco sotto le analogie della bellezza: immagini vitali d’una storia trascorsa e attuale nello stesso tempo, per questione di forma. Resta certamente il fatto che Fallai è libero di alternare esperienze rivolgendosi ad antichi maestri come Pontormo, Vermer, Antonello da Messina o Leonardo da Vinci a lui più prossimi di quanto non gli sia necessariamente un qualunque contemporaneo. Si sente libero di alternare esperienze come, veri e propri set teatrali allestiti con cura maniacale ma anche con immensa ironia, a impeccabili campagne dove torna a primeggiare il vestito e, ultimamente, il viso.

Fallai resta un grande ritrattista, come dimostrano le campagne degli ultimi anni realizzate per l’Istituto Marangoni, la prima e fra le più importanti scuole di moda in Italia, oggi dilatata in diverse filiali sparse fra l’Europa e Cina. L’artista ha incontrato e fotografato allievi collocando i loro volti in composizioni di formato quadrato, molto ravvicinate, che ne lasciano primeggiare l’espressione degli occhi, lo sguardo isolato dal corpo. Il taglio di queste immagini, tutte molto simili e tutte dello stesso formato, ricorda quello inventato da Antonello da Messina nella seconda metà del Quattrocento, dove il corpo del soggetto è sapientemente “tagliato” dal parapetto e posto in uno spazio suo, ma in dialettica relazione con noi.

 

Maria Paola Forlani



Foto allegate

Emporio Armani, 1985
Giorgio Armani Fall Winter, 1987
Articoli correlati

  Maria Paola Forlani. Padova è le sue mura
  Maria Paola Forlani: ANTONELLO DA MESSINA
  Maria Paola Forlani. Wunderkammer. Arte, Natura, Meraviglia ieri e oggi
  Franco Patruno. Il Dosso di Maria Paola Forlani
  Le avanguardie nella Parigi fin de siècle: Signac, Bonard e i loro contemporanei
  L’Orlando Furioso a Migliarino
  Maria Paola Forlani. La Madonna del Latte
  Maria Paola Forlani. L’Ossessione Nordica
  Maria Paola Forlani. Lo sguardo di Michelangelo Antonioni e le arti
  La Ragazza con l’orecchino di perla
  Maria Paola Forlani. Zurbarán (1598 – 1664)
  Maria Paola Forlani. NUOVI MONDI
  Maria Paola Forlani. “Nuovi” capolavori per la Pinacoteca di Rovigo
  Maria Paola Forlani. Sangue di drago Squame di serpente
  Il Collezionista di Meraviglie. L’Ermitage di Basilewsky
  Maria Paola Forlani. Andata e Ricordo. Souvenir de Voyage
  Liberty. Uno stile per l’Italia Moderna
  Maria Paola Forlani. La Maison Goupil
  Maria Paola Forlani. Sacri Splendori
  Jacopo del Cosentino. E la pittura a Pratovecchio nel secolo di Giotto
  Maria Paola Forlani. TIZIANO
  Ebraicità al femminile. Otto artiste del Novecento
  Maria Paola Forlani. Un Cinquecento inquieto
  Gian Luigi Zucchini. “L'imperatore, il re del mondo, il cavaliere” di Franco Cardini
  I Colori del Sacro. Il Viaggio.
  Maria Paola Forlani. Giacomo Manzù e il Concilio Vaticano II
  Maria Paola Forlani. Seduzione Etrusca
  Maria Paola Forlani. Le Stanze delle Muse
  Maria Paola Forlani. Il Cammino di San Pietro a Castel Sant’Angelo
  Maria Paola Forlani. Dal Giglio al David
  Andrea Nascimbeni. Andar per giardini, d’inverno
  Maria Paola Forlani. Tiziano, Venezia e il papa Borgia
  Maria Paola Forlani. Verso Monet
  Maria Paola Forlani. Il Sogno nel Rinascimento
  Franco Cardini. I Borgia e il loro tempo
  Maria Paola Forlani. Autoritratti. Iscrizioni del Femminile nell’arte italiana contemporanea
  Maria Paola Forlani. Manet. Ritorno a Venezia
  Maria Paola Forlani. Il Museo del Duomo di Milano
  Maria Paola Forlani. Testimonianze di un Territorio
  Le donne nella Bibbia
  Alla Biennale di Venezia: Il Palazzo Enciclopedico
  Maria Paola Forlani. Il Gran Principe Ferdinando De’ Medici (1663 – 1713) Collezionista e Mecenate
  Maria Paola Forlani. L’Ottocento a Bologna
  Maria Paola Forlani. Louise Nevelson a “Roma Museo”
  Maria Paola Forlani. Magie dell’India a Treviso
  Maria Paola Forlani. RAFFAELLO a Milano
  Maria Paola Forlani. La Primavera del Rinascimento
  Maria Paola Forlani. Borderline: Artisti tra normalità e follia
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.8%
NO
 29.2%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy