Una di quelle serate indimenticabili... Non si sa come finirà quest'avventura fra le Top 16, non si sa se l'EA7 Emporio Armani Milano, alias Pallacanestro Olimpia Milano, proseguirà nella sua avventura in Eurolega – tale l'augurio del popolo milanese e dei tifosi degli eredi delle Scarpette Rosse –, quel che però di certo si sa è che il 9 gennaio 2014 rimarrà scolpito nella memoria di tutti i presenti al Forum di Assago. Se mai esiste una partita perfetta – almeno dal punto di vista di una delle due squadre in campo – quella giocata dall'Olimpia il 9 gennaio corrente anno lo è stata. Oltre tutto la gara in questione è capitata nel giorno preciso del 78° compleanno della gloriosa Olimpia. Non poteva la ricorrenza esser festeggiata meglio. Sull'altro lato del parquet, come vittima sacrificale dei rinati giocatori meneghini, niente di meno che i bicampioni consecutivi in carica d'Europa dell'Olympiacos Pireo.
C'è stato davvero da lustrarsi gli occhi. L'Olympiakos è stato letteralmente annichilito, i campioni sembravano quelli di Milano. La partita perfetta, si diceva... Che le cose potessero volgere secondo una logica che a priori sarebbe parsa imprevedibile s'è compreso da subito, quando quell'infinito talento di Keith Langford ha rubato la palla direttamente dal palleggio a Spanoulis, ovvero al miglior playmaker del Vecchio Continente, e si è involato per i suoi due primi punti dei 29 totali. Hackett a propria volta ne ha fatti 7, da 3 oppure spalle a canestro sfruttando il proprio fisico “bestiale”. L'Olympiacos per un po' è riuscito a tener botta, anzi è andato al primo riposo breve con 5 punti di vantaggio (16-21), ma qui ha cominciato ad alzarsi spasmodicamente il livello difensivo dei milanesi. Lawal si è presentato sul parquet con le proprie immense qualità di intimidatore e uomo volante e Langford ha continuato a bersagliare implacabilmente il canestro greco. Così il sorpasso si è presto compiuto (25-24). Un moto d'orgoglio di Spanoulis per il 30-31, 32-32, quindi l'incipit del monologo dei ragazzi di Banchi: 7 punti di fila per andare all'intervallo con l'analogo vantaggio e, alla ripresa del gioco, a parte il 39-34 con un cesto di Perperoglou, un assolo degli atleti di casa, con il pubblico in estasi, sollucchero e brodo di giuggiole. Presto è 48-34, con il vantaggio dilatato in doppia cifra: Hackett recupera e va a schiacciare; Lawal stoppa salendo in cielo più e più volte di fila (5 le stoppate del centrone al termine dei 40', oltre ai 10 punti e ai 9 rimbalzi per 22 di valutazione; Gani aveva anche regalato nel secondo periodo una schiacciata astrale) e Melli a stoppare Dunston, uno che l'anno scorso, quando militava nelle file di Varese, era considerato il migliore o, se non altro, il più efficace pivot del campionato di A. Milano è in piena trance agonistica e i giocatori dell'Olympiacos paiono addirittura impauriti, in balia dei rivali, e parliamo di coloro che detengono ancora il titolo!
E il vantaggio incredibilmente s'incrementa, salendo sino al +34 del 76-42. Neppure la zona 2-3 schierata per disperazione dagli ellenici può fare alcunché. I milanesi se la bevono letteralmente. Non ce n'è per il team dello spaesato e groggy Coach Bartzokas che in sala stampa, scuro in volto, ammetterà la disfatta promettendo di pensarci su (previsto un clima bollente nella trasferta greca...): “Una partita bruttissima in cui noi abbiamo perso in persistenza e costanza, soprattutto nel terzo periodo. Milano ha giocato benissimo. Dobbiamo capire dove abbiamo sbagliato...”.
Il punteggio finale recita 81-51! Trenta punti di scarto, trenta punti ai campioni d'Europa... L'arrivo di Daniel Hackett da Siena sembra avere donato quell'equilibrio che un po' all'Olimpia ancora mancava. Sembra che tutte le caselle si siano, come per miracolo, sistemate con gran soddisfazione di Coach Banchi. Ed ecco alcune fra le dichiarazioni dell'allenatore grossetano: “Abbiamo avuto energia, non ci siamo disuniti, abbiamo tenuto la concentrazione e rispettato il piano partita. Siamo usciti molto bene dall'intervallo. La squadra stasera ha prodotto una partita pazzesca, una dimostrazione del nostro potenziale. Anche se so che non si potrà sempre giocare così, ma ci deve essere l'ispirazione. Un pensiero va anche ad Alessandro Gentile, costretto a letto dall'influenza. Il nostro capitano avrebbe meritato di essere qui e di partecipare, ma l'ho sentito ed è molto orgoglioso della squadra. Data la sua assenza e nell'emergenza, abbiamo dovuto alzare il livello d'attenzione, anche nella rotazione degli esterni e contro il potenziale MVP d'Europa (Vassilis Spanoulis, nda)”. E per chiudere... “Spero che rimanga tutta la carica che sto percependo. Anche se con umiltà e senza eccessi”.
Intanto l'EA7 si è rimessa in carreggiata nell'Eurolega (1 vinta e 1 persa) e il lotto delle contendenti nel campionato italiano, se l'Olimpia è/sarà questa, già trema...
Alberto Figliolia