È di questi giorni la notizia della diffusione di un’investigazione della Peta (People for the Ethical Treatment of Animals), in cui si mostrano le condizioni degli allevamenti dei conigli d’angora. L’investigazione è avvenuta tra gli allevamenti in Cina, paese leader per produzione ed esportazione di questo materiale “pregiato” che viene acquistato in tutto il mondo. Utilizzata per realizzare golfini, maglioni, sciarpe e altri accessori, la lana-pelliccia è ottenuta dal manto di conigli a pelo lungo della razza Angora per l’appunto. Gli operai cinesi immobilizzano i conigli legandone le zampe anteriori e posteriori alle sommità di tavole dove vengono posizionati distesi. Agli animali, che non hanno via di fuga o possibilità di muoversi, viene letteralmente strappata via dalla pelle la pelliccia, ciuffo per ciuffo, fino a lasciare l’animale spoglio.
Il coniglio è un animale mite e silenzioso ma nei video si sentono dei veri e propri strilli ed urli.
[ Il video è disponibile a questo link ]
Dopo di che... vengono lasciati lì nudi, alcuni muoiono, ad altri il pelo ricresce e così dopo qualche mese dovranno subire la stessa tortura, fino a quando il pelo non crescerà più folto, allora saranno macellati e diventeranno carne di seconda scelta.
Dopo la diffusione delle immagini la nota catena H&M ha da prima sospeso i prodotti contenenti angora per poi fermare definitivamente la produzione. Altre trattative sono in corso con varie catene affinché tolgano, per sempre, la lana d’angora dai loro prodotti.
Come consumatori possiamo preferire i prodotti non derivati dallo sfruttamento degli animali, oggi ci sono degli ottimi pile e altre fibre sintetiche molto usate dagli sportivi, non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Per informazioni e adesioni:
michele.mottini@cheapnet.it
LEAL Sezione di Sondrio
(per 'l Gazetin, gennaio 2014)