“Anno nuovo vita nuova”. Vuoi vedere che qualche antico proverbio ancora funziona in questi nostri tempi sparati? Troppo silenzio, ultimamente. C’era da chiedersi che cosa bollisse in pentola, e oggi il piatto è servito. La malagestione dei rifiuti nel Lazio torna prepotentemente alla ribalta, dopo un silenzio che poteva avere tanti significati. La scopa della Befana ha scovato negli angoli, che sia benedetta. Sette arresti da parte del Nucleo Operativo Ecologico di Roma, scoppiati come una bomba. Tra le persone arrestate Manlio Cerroni, patron di Malagrotta, e Bruno Landi, ex presidente della Regione Lazio. L’accusa è grave. Ma non sorprende. “Associazione a delinquere finalizzata al traffico dei rifiuti”. Adesso si trovano tutti e sette gli indagati a consumare i pasti nella propria dimora. Arresti domiciliari per tutti, sotto vari capi d’accusa. Oltre a Manlio Cerroni e Bruno Landi, hanno ricevuto le ordinanze di custodia cautelare Luca Fegatelli, Francesco Rando, Piero Giovi, Raniero De Filippis, Pino Sicignano. È stato inoltre disposto il sequestro di beni mobili e immobili per diciotto milioni di euro. Tra i militari del Noe a condurre le indagini, il colonnello Sergio De Caprio e il capitano Pietro Rajola Pescarini.
Forse oggi inizia la fine di una gestione indegna dei rifiuti durata troppo a lungo. Il danno prodotto nel frattempo è incalcolabile, ma l’importante è dare uno stop a un andamento distruttivo ammantato di legalità.
Maria Lanciotti