La notizia c’è tutta. Secondo una ricerca “artigianale” fatta da “Le Iene”, la trasmissione che va in onda su Italia Uno, risulterebbe che un parlamentare su tre farebbe uso di sostanze stupefacenti. Il test è stato effettuato grazie a un piccolo stratagemma, su una cinquantina di parlamentari. Il 32 per cento è risultato positivo; il 24 per cento alla cannabis, si fa per dirla grezzamente, le “canne”. L’8 per cento “tira”, si fa di cocaina.
Immaginiamo che qualcuno di questi parlamentari sia ufficialmente alfiere di politiche repressive in materia. Storia vecchia, questa dei “vizi” privati e delle “virtù” pubbliche. Potremo anche abbandonarci a facili battute del tipo: ora forse si capisce meglio come è nata la Finanziaria, il come e il perché di tante iniziative e proposte parlamentari. Ma, come abbiamo detto, è una battuta greve.
Serissimo invece il discorso che fa il garante per la privacy, che ha bloccato la trasmissione de “Le Iene”. Si è prontamente attivato, il garante, per la tutela del diritto alla riservatezza dei deputati e dei senatori. Diritto alla riservatezza che nessuno e niente ha pregiudicato. Rispettosamente ci pare che il Garante abbia perso una buona occasione per occuparsi, proficuamente, d’altro.
Se i parlamentari in questione non sono mostrati in volto, e non se ne rivela l’identità, di quale privacy violata e da tutelare si parla? E comunque: si avrebbe o no il diritto di conoscere quale deputato o senatore assume sostanze stupefacenti? Si chiama diritto di cronaca. Anche il garante per la privacy dovrebbe saperlo.
Gualtiero Vecellio
(da Notizie radicali, 11 ottobre 2006)