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Manuela Tosato. Di questi tempi
03 Gennaio 2014
 

Lei e l’acqua sono amiche da sempre. Amiche come si può esserlo tra loro, perché c’è tra le due essenze un’affinità, un’abilità a comprendersi. In fondo l’acqua è femmina. Lo è nel suo moto fluttuante, nell’essere avvolgente. Lo è nelle sue rabbie lunari, nelle sue piene temibili.

All’acqua non lo avrebbe mai chiesto questo favore, le sarebbe parso di sporcarla, di farle un torto, a lei che sa sempre essere un conforto, una presenza madre. Rigenerante.

 

Porto d’armi potrebbe sembrare il nome di qualche nota località balneare come “Forte dei marmi”, oppure un vero e proprio porto da cui si parte per strani viaggi artistico-culturali nel passato: Porto d’armi e d’eroi…

Cazzate di prima mattina quando, tra le lenzuola tiepide, il cervello ancora non funziona per il meglio. Chissà poi da dove nasce questa cosa, a lei le armi non sono mai piaciute. Sì, certamente! Da piccola ci ha giocato! Eccome no! Le cerbottane e quelle pistole di legno che con un chiodo e una molletta da bucato, sparavano grossi elastici rossi, tagliati dalle camere ad aria delle bici! E poi le pistole ad acqua, quando si andava al mare... Bei tempi... Ma da qui a pensare di possederne una vera... Non le era mai passato per la testa. Però, magari, non è proprio una cattiva idea di questi tempi! Forse è bene pensarci. Già, lei vive sola e alla sua età... non si sa mai, può tornar utile.

Sorride tra sé del controsenso: lei che ha delle difficoltà a togliere la vita pure alle zanzare! Le pare una cosa sacra, la vita. È sacra anche quella delle zanzare, per Dio!

Comunque si può fare di avere questa pistola. Non un cannone, certo! Qualcosa di discreto, di piccolo, adatto ad una donna. Magari a tamburo, come quelle dei cow boy, di quelle che ci puoi giocare alla roulette russa, come nei film! Di quelle che hanno le pallottole come quelle dei fumetti! Una pistola buffa, insomma, che non incuta timore.

 

La sera stessa, Anna, è passata in armeria e l’ha vista la sua pistola: una piccola e brillante Smith & Wesson.

“È una buona scelta signora” le ha detto il commesso “è certo un’arma adatta ad una donna. La meccanica è semplice, l’ingombro e il peso ridotto… La può tenere tranquillamente nella borsa, anche in quelle piccoline da sera, se non infila dentro altre cose. Di questi tempi, non si è mai sicuri!”

Ma prima ci sono tutti i documenti, le domande, i bollettini, le foto, le dichiarazioni, prima di poter portarla via. E un corso al poligono. Si è già iscritta.

 

Ne ha parlato con Lorenza di questa sua nuova idea.

“Sì, Anna, fai bene, non si sa mai! Io non avrei il coraggio di sparare, ma tu…

Tu di certo lo puoi fare! Si sentono tante storie di gente che ti entra in casa… C’è d’aver paura di questi tempi! E poi tu che vivi sola, lì al piano terra! Ti sentirai, di certo, più tranquilla”.

 

Anna, in realtà, non ha bisogno di sentirsi più tranquilla e non ha paura di chi può entrarle in casa, ed è quasi sicura di non poter sparare a niente che sia vivo. Voleva parlare del poligono di tiro, dei bersagli, del gusto di mirare e di fare centro. Il piacere di sentire qualcosa in lei, nella sua testa, così solerte e pronto, lì a calcolare tutto per guidare poi il braccio, la mano, il grilletto… Il piacere di un colpo perfetto, e non tanto per la perfezione, no, quella è un mito, il centro a cui mirare… Ma per il piacere, il gusto di provare tutto questo, l’efficienza e altro, di vivere…

Ecco, di questo voleva parlare e di quando non sarà più così per lei.

Pensava di raccontare questo a Lorenza, ma un sesto senso non glielo ha permesso.

“Meglio di no!” ha pensato Anna.

 

Così lo dice, adesso, all’acqua del fiume, alla quale, per rispetto, non chiederà di farlo. Quando sarà il momento, quando l’età l’avrà ridotta solo a un difetto, ad un’incapacità…

Sarà la piccola Smith & Wesson a farla finita.

 

Manuela Tosato


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