La bottega di Gennaro Massa, al 66 di Viale di Marino a Ciampino (Roma), è chiusa da tempo. Gennaro si trova ospite della Casa di Riposo ‘Il Chiostro’ ad Artena (Roma) in una struttura appartenente ai Francescani, nei pressi del cimitero comunale.
Lo veniamo a sapere dallo stesso Gennaro, tramite una sua telefonata. Nessuno, a Ciampino, ci aveva saputo fornire sue notizie, nemmeno il suo vicino di bottega.
Gennaro, per chi non lo sapesse o non lo ricordasse, è un artigiano per passione – smussatore e mosaicista – che dal 1991 attende di poter realizzare il suo progetto di costituire un Consorzio tra Artigiani denominato “Cooperativa di San Giuseppe”, con lo scopo di “valorizzare e consolidare l’attività artigianale italiana in tutti i suoi aspetti”. D’allora tante cose sono cambiate ma non l’idea di Gennaro, sempre ferma e chiara. Lui ci metterebbe un iniziale capitale sociale e il resto verrebbe da sé, se si trovasse gente capace di afferrare il valore della proposta e ben lontana da ogni mira speculativa.
Andiamo a trovare Gennaro alla casa di riposo ad Artena, che ci informa sugli ultimi accadimenti.
«È venuto l’avvocato (omettiamo i dati dell’avvocato che ci sono stati forniti da Massa, controllati e tutti risultati esatti, nda) che inizialmente mi ha portato nell’appartamento di sua madre per farmi curare due fistole al piede. Dopo due mesi mi sono stancato e ho detto “Ma perché devo stare qui?” e l’avvocato mi ha portato in questo posto. Di me si occupa il suo aiutante, un tipo irascibile, prepotente. La mia casa a Roma è stata liberata. L’avvocato ha risolto il problema in poco tempo quando altri non avevano fatto niente in tanti anni. Adesso aspetto il permesso del tribunale per venderla, poi mi vendo pure il negozio. Gli attrezzi grossi di lavoro stanno in un magazzino a Ciampino, in via Col di Lana. In passato ho fatto una grande cazzata. Mi ero rivolto al tribunale e stavo andando a prendere il treno per Roma, quando in Piazza della Pace incontro dei ragazzotti che mi conoscevano. Mi chiedono dove stavo andando e io gli dico “al tribunale a via delle Milizie”. “Ma lascia perdere”, mi dicono loro, “tira fuori due o trecento mila lire che noi ti diamo la persona che ti libera subito casa”. E mi presentano un avvocato a gratuito patrocinio. E io aspetto per più di tredici anni che questo mi liberi la casa. Forse quella persona non era un avvocato.
Questo avvocato qui è più risoluto, mi ha liberato casa in un mese e dieci giorni. Sono rientrato a casa, nella zona dell’Alberone, vicino al Liceo Augusto, e mi ha preso il batticuore. Là sono nato, cresciuto, ho studiato.
Ho chiesto all’avvocato di prendere le ossa dei miei nonni e quelle di mio padre a Termoli, e di sistemarle con quelle di mia madre. Tutti al cimitero di Ciampino… o dove io andrò. Ma si devono sbrigare, sono quarant’anni che aspettano, altrimenti chissà le ossa dove vanno a finire».
Gennaro la notte sogna, ci dice. «Sogno tante cose, mia madre che non la vedo ma la sento, la Cooperativa, gli artigiani al lavoro, i ragazzi che imparano, la Sezione del PCI. Io un giorno voglio salire sul pulpito (il parroco di Ciampino parlò del progetto di Gennaro durante una funzione, nda) e dire che l’artigianato non può essere finito, ci sono tanti mastri che possono insegnare ai ragazzi. Io chiamo il mio architetto (anche qui omettiamo i dati, esatti, nda) e facciamo vedere come lavoravano i mastri, con quale abilità». Gennaro resiste, e anche il suo progetto. Semplice e geniale, attualissimo, oggi che in tempo di crisi si parla di rivalutare e promuovere il Made in Italy anche e soprattutto in funzione dell’occupazione giovanile. Cooperativa di San Giuseppe: perché no?
Maria Lanciotti