DIVERSIVO
È andata questa giornata e osservi sul vetro buio della finestra scorrere il riflesso dei tuoi pensieri. Ti pare che la luce nelle stanze, la sera delle domeniche d’inverno, fatichi più degli altri giorni a essere brillante.
Avete fatto due passi in centro nel pomeriggio. Era da tanto.
Non contate più gli anni consumati insieme, né gli avvenimenti. Nel praticare lo stesso letto ci si scompare agli occhi.
Ma questo pomeriggio vi siete visti. Voi due e nessun altro impegno. Sarà che con complicità vi siete divertiti ad ingannare una consuetudine distratta. Aggirando l’abitudine, siete usciti di nascosto, ridendo al sole dello scherzo. Seguendo una rintracciata tenerezza, che presto sai di nuovo persa.
E così è andata questa giornata, tra le premure delicate che hanno i giovani innamorati o le persone avanti con l’età.
Per un pomeriggio intero, fuori, vi siete accompagnati. Dentro in casa pernotta la distanza. Pareti e mobili assorbono ogni presenza, rendono impercettibile e lontana la più vicina intimità.
E scorrono sul vetro freddo della finestra le immagini dei tuoi pensieri. E per riflesso cerchi sollievo e ti stringi nel tuo maglione bianco. E subito ti scalda di sentire che io sto qui e da qui ti penso.
ROMANZO D'APPENDICE
–Va bene! Va bene! Il destino avverso che impedisce un’unione è l’anima della trama!
Ma su, via! Qui non c’è alternativa, è già tutto scritto, non vi è fin dall’inizio possibilità!
Vedi, lo si intuisce già e non vale come per Giulietta! Avrebbe un bel sporgersi dal suo balcone Apice! Pedice non la raggiungerebbe!–
MALATTIE GENETICHE
Nato figlio di nessuno, orfano d’arte e di parte, portava nel suo curriculum genetico il gene, appunto, della mediocrità, che non lo rendeva affatto immune alla sofferenza.
Semmai diverso. E così com’era vissuto, zoppo di qualcosa, sarebbe morto. Andicappato.
SMS
Sola, languisce sulla spiaggia, ma ha voglia di lui e allora scrive anche se sa che non avrà risposta e lei comunque non resiste: quello che è deve essere espresso, perché trabocca e poi non trova giusto trattenere... Non dire... Deve sapere...
“Stesa-Al-Sole-Su-Questa-Sabbia-Calda-Il-Vento-Che-Mi-Accarezza-Il-Prufumo-Del-Mare-Quello-Che-Manca-E’-Il-Tocco-Delle-Tue-Mani-Sulla-Mia-Pelle-Nuda-E-Stanca-Di-Aspettare”
Già, lui non risponde. Allora insiste e non sa, ora, se è per rabbia, sconforto, provocazione, o solo un impulso a dire quello che sente... O un annullarsi nell’umiliare lei, se stessa, nel mendicare...
“Vorrei-Darti-Piacere-Perché-Il-Mio-Piacere-Sta-Nel-Tuo-In-Quello-Che-Vuoi-Da-Me-E-Di-Me”
E insiste ancora:
“Posso-Fare-Lamore-Per-Terra-In-Piedi-Su-Una-Sedia-Sotto-La-Doccia-Sulle-Scale-Dentro-Una-Macchina...
Aspetto-Soltanto-Che-Tu-Mi-Dica-Dove-E-Quando”
All’improvviso qualcosa trilla: nuovo messaggio ricevuto!
Non è possibile, sarà un’amica, non è lui, si dice per ridurre, se mai si può, la delusione che di certo le cadrebbe addosso se il messaggio non fosse quello atteso e guarda la letterina che lampeggia, ma ha intanto il cuore stretto. Vuol darsi un tono e pigia lentamente i tasti controllando a stento la fretta e legge:
–Vodafone: Addebito SMS…_–
Manuela Tosato