Mai come in queste ultime settimane ho ricevuto tante mail contro le Vie d’Acqua dell’Expo. Mail di cittadini indignati e scandalizzati per i danni che la realizzazione di queste cosiddette “vie”, larghe poco più di qualche metro, arrecherebbero a Milano, ai suoi parchi urbani di Trenno, delle Cave, Pertini ed altri ancora. La questione è di tutto rispetto, perché mette in evidenza alcuni problemi non del tutto percepiti dai cittadini milanesi finché non si sono iniziate a vedere le ruspe sotto casa. Infatti come sarà veramente realizzato questo strano manufatto e quale sarà la caratteristica dell’opera non è stato ancora del tutto chiarito.
Dal mio punto di vista, quale presidente dell’Associazione Riaprire i Navigli e a nome di tutti coloro che a Milano si battono per sostenere il progetto di riaprire i Navigli lungo l’antico tracciato, dico solo che bisogna evitare di confondere le due cose. Il progetto delle Vie d’Acqua dell’Expo nulla c’entra con il progetto di riaprire i Navigli in Milano, da Cassina de Pom, lungo via Melchiorre Gioia e poi attraverso la Cerchia dei Navigli fino alla Darsena. Chiarire la differenza tra i due progetti è per noi assolutamente importante per evitare che le proteste e i malumori contro le Vie d’Acqua, che vie non sono, e la totale incertezza sulla loro utilità, non trascinino con sé anche il progetto della riapertura dei Navigli che è tutt’altra cosa.
Le Vie d’Acqua passano tangenti alla città costruita, portano l’acqua alle aree di Rho-Pero da nord prelevandola dal canale Villoresi sopra Bollate e da lì scendendo a sud attraverso alcuni parchi cittadini riversano le loro acque nel Naviglio Grande al confine con il comune di Corsico. Un tracciato appunto oggi contestato. E il loro rapporto con la rete dei Navigli lombardi esistenti è pressoché nullo. L’esatto opposto del progetto di riapertura dei Navigli che ha l’obiettivo di realizzare otto chilometri di Navigli in città, passando per il centro di Milano, per garantire in prospettiva la navigabilità di 140 chilometri di Navigli lombardi.
Le Vie d’Acqua, che hanno la funzione di portare l’acqua alle aree di Expo per il loro abbellimento e potranno forse arricchire la dotazione idrica delle aree agricole ad ovest di Milano, nulla c’entrano quindi con il progetto di riaprire i Navigli per il quale molti milanesi oggi si battono. Ci rivolgiamo quindi ai giornalisti e a tutti gli organi di informazione, affinché sia fatta chiarezza. Non confondiamo i due progetti. Non confondiamo il sacro con il profano.
Roberto Biscardini
Presidente Associazione Riaprire i Navigli