Sarà un film pessimista, dal tono tragico, molto cubano, ma che toccherà temi universali come la fedeltà, l'amicizia, il tradimento, la paura, l'odio, la disillusione...
Laurent Cantet torna a parlare di Cuba con un nuovo film che sta preparando con protagonista una generazione segnata dal dramma dell'esilio, ispirandosi a una storia di Leonardo Padura Fuentes: Il romanzo della mia vita, sceneggiatore del progetto ideato dal regista francese. Cantet conosce la realtà cubana, ha già realizzato uno dei sette cortometraggi che compongono Sette giorni all'Avana, pellicola corale del 2011, sceneggiato anche in tale occasione da Padura Fuentes. Quel film è stato galeotto, perché ha dato il via a un progetto chiamato provvisoriamente “Ritorno a Itaca”, titolo che ricorda il romanzo postumo di Cabrera Infante, Mappa disegnata da una spia (2013), nato con tale denominazione. Il film racconta – con toni drammatici e sentimentali – il nuovo incontro tra Amadeo, un cubano emigrato in Spagna, e la sua isola, dopo 15 anni di esilio. Un tema difficile, che tocca le nuove riforme migratorie e una situazione che ha colpito diverse generazioni di cubani, soprattutto quella di cui fa parte Padura Fuentes. Non è solo un film per cubani, perché amicizia, amore, tradimento, lontananza dalla terra natale, esilio, sono valori e problemi comuni in ogni latitudine.
Gli interpreti del film sono quasi tutti cubani: Jorge Perugorría, Isabel Santos, Néstor Jiménez, Fernando Hechavarría. Il film è prodotto da Full House e Haut et Court (Francia), da Panache Productions e La Compagnie Cinématographique (Belgio). Le riprese cominceranno nell'estate del 2014.
Gordiano Lupi