Il profumo del Natale
Ricordo una sera della Vigilia
guardavo i cartoni al buio
- luci dell'albero intermittenti -
e mia madre in cucina
a preparare il pasto festivo.
Ricordo una sera, tenuta per mano
le strade bianche di neve
camminare fin dalla nonna
per vedere il grande presepe
sul tavolo, con le candele
accese tra pastori e greggi
e specchi d'acqua per le oche
e colline di muschi odorosi.
Ricordo i miei occhi
luccicanti di meraviglia
e il profumo dell'abete
e quello dei mandarini
la magia dell'attesa
l'illusione di Gesù Bambino.
Quando l'incantesimo s'è rotto?
Quand'è che tremolanti fiammelle
non rischiarano più la Notte?
Per quanto mi sforzi non sento
più il profumo del Natale.
Mariella Mattei
BUONE FESTE!
Tutte queste feste, che noia
per non dire: “Che strazio!”
Finito è il tempo delle gioie “elettriche”
in attesa del Bimbo Gesù.
I regali, gli auguri, le luci
che illuminano vetrine e strade
la gente presa da quella follia
che la porta a girovagare convulsa
di negozio in negozio.
La confusione e gli alberi
addobbati come poveri vestiti a festa
e la tristezza mi attanaglia
vorrei essere in mezzo ai bambini
a quelli ancora innocenti con gli occhi spalancati
dalla gioia e dalla sorpresa.
Vorrei risentire l’odore dei mandarini
aspettare dietro la porta
udire la voce della mamma che chiama
scendere in cucina
trovarci l’albero con le candeline accese
le caramelle attaccate ai rami col filo da cucire
la capanna con la Sacra Famiglia
qualche pecorella, un paio di pastori
il castello di cartone
e tanto muschio spruzzato di farina
come candida neve
poi i pacchetti, non molti ma ben curati
con i regali da portare a letto
per paura che al mattino non ci fossero più.
Poi l’arrivo della Befana
che non solo chiude il magico periodo di feste
ma fa’ sparire i giocattoli che avevi ricevuto
perché altrimenti si sciupano, infatti,
se andiamo a vedere in soffitta
è facile trovarli ben incartati dal cellofan protetti
ora che non servono più
se non a ricordare il tempo fanciullo
con l’odore dei mandarini preludio alla festa
perché solamente a Natale si potevano gustare
e si faceva piano piano
per mantenere a lungo il piacere del sapore.
Ecco perché anche oggi con l’età matura
quando sento il loro profumo
ritorno a quel tempo passato felice e sicuro
con la nonna seduta accanto al camino
raccontare storie di tempi lontani.
Ora tutto è cambiato e lontano
non più cibi di sapor casereccio
tra parenti intorno alla tavola riuniti
è altrove la festa
e Natale è svuotato dal suo alto valore
la famiglia riunita nel nome del Signore.
Antonietta Volontè