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Alberto Figliolia. “Brutto” - Milano, Teatro Filodrammatici
19 Novembre 2013
 

Brutto è bello, marcondirondello! Se si potesse passare dalla bruttezza alla bellezza in un batter d'occhi, soltanto con qualche azzeccato colpo di bisturi? O se tutti potessero vantare, abitare e condurre a spasso la stessa faccia da bellone? Bruttobello o della crisi d'identità. Facezie a parte, gran lavoro drammaturgico si rivela Brutto, in scena sino all'1 dicembre al Teatro Filodrammatici di Milano. La scrittura di Marius von Mayenburg, 41 anni talentuosissimi, è brillante e caustica, incide come un'affilata lama e ferisce aspramente col riso che sa suscitare. Un riso, amaro, contro ipocrisia e convenzioni e conformismi assortiti. Semicommedia, a tratti, degli equivoci dagli effetti esilaranti ma, soprattutto, fucina di dubbi sull'io e l'apparenza. «Una satira feroce sullo straniamento che si vive oggi, in rapporto al proprio aspetto e al proprio corpo». Soluzioni mai scontate e semine di dubbi, con attori bravissimi a mutare ruoli e volti con la semplicità del gesto e la forza della parola.

La trama: il Signor Lette è un ricercatore/inventore che lavora per il cinico Scheffler. Certo di dover presentare in un congresso un suo brevetto viene a sapere che sarà sostituito dal suo assistente Karlmann, meno dotato ma belloccio. Lette, difatti, è così brutto, ma così brutto, da non potere salire sul palco... Il fatto è che lui ignorava pure d'esser tanto orrendo. Persino la moglie Fanny glielo confesserà. L'operazione per opera di un chirurgo plastico lo renderà impossibilmente bello. Lette diverrà un puttaniere e un'icona aziendale, finché...

«Marius von Mayenburg, spingendosi fino al grottesco, mette la società davanti a uno specchio che ne mostra vanità e superficialità delle relazioni. Il tutto amplificato teatralmente dal fatto che quattro attori recitano otto ruoli diversi, senza sostanziali cambiamenti nei loro volti».

«Il punto non è chiedersi se sia giusto o no rifarsi completamente i connotati» a parlare è il regista Bruno Fornasari «ma se sia ancora vero che nella nostra bella società tutto ruoti sempre e soltanto attorno a due perni inamovibili: sesso e denaro. E che noi, uomini e donne, ci si debba adeguare, a qualunque costo. La risposta è sì, ovviamente […] Il testo di Marius offre un’opportunità unica, irrealizzabile su altri media se non in teatro, di affrontare il tema dell’identità e sfidare l’apparenza attraverso un gioco di persuasione, semplice e radicale. Quello che abbiamo cercato di fare è stato sfruttare la semantica teatrale riducendo al minimo indispensabile le guide allo spettatore, fatte di cambi di costume, cambi di luce e atmosfere sonore, per raccontare la storia di otto personaggi interpretati da soli quattro attori. Nella sequenza rapidissima di scene brevi e sempre topiche, abbiamo accettato la sfida che nessun cambiamento dovesse avvenire sulla faccia degli attori. Una sospensione dell’incredulità ottenibile grazie alla bravura degli interpreti e al patto con lo spettatore la cui fantasia completa la storia».

Si introducono i termini di un relativismo oltremodo spiazzante... «Per gli attori/personaggi e per il pubblico sarà bello ciò che viene chiamato tale e brutto sarà tutto il suo contrario. Nessuna sfumatura quindi, nessuna scala di grigi, proprio come nella vita, quando il desiderio, la disperazione o il guadagno forsennato spingono all’azione più che alla comprensione [...] Niente messaggi quindi, solo domande. Se qualcuno scoprisse la tossicità di una bevanda squisita, smetterebbe di produrla per non danneggiare i consumatori?»

Come vedete e come potrà constatare ogni spettatore, si va ben oltre nelle implicazioni. Un'opera davvero perfetta nella descrizione degli sbandamenti esistenziali che ci portano altrove sotto la spinta del consorzio produttivo contemporaneo, così scevro di etica e senso del Bene.

 

Alberto Figliolia

 

 

Brutto di Marius von Mayenburg. Traduzione: Umberto Gandini. Regia: Bruno Fornasari. Con Tommaso Amadio, Mirko Ciotta, Michele Radice, Cinzia Spanò. Scene e costumi: Erika Carretta. Produzione Teatro Filodrammatici.

Info e prenotazioni: tel. 02 36727550, biglietteria@teatrofilodrammatici.eu, www.teatrofilodrammatici.eu. Orari e spettacoli: martedì, giovedì, sabato ore 21; mercoledì e venerdì ore 19:30; domenica ore 16.


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