Regia: Neri Parenti. Soggetto e Sceneggiatura: Alessandro Bencivenni, Domenico Saverni, Volfango De Biasi, Neri Parenti. Fotografia: Tani Canevari. Montaggio: Claudio Di Mauro. Produttore: Luigi e Aurelio De Laurentiis. Produttore Esecutivo: Maurizio Amati. Scenografia. Giuliano Pannuti. Costumi: Tatiana Romanoff. Musiche: Claudio Gregori, Attilio Di Govanni. Durata: 104’. Genere: Commedia. Interpreti: Episodio Il prete - Christian De Sica, Luisa Ranieri, Arisa, Simone Barbato. Episodio L’ambasciatore - Greg, Lillo, Anna Foglietta.
Il fiorentino Neri Parenti (1950) dimostra grande professionalità con le sue commedie ironiche e scanzonate, sempre sopra le righe, spesso originali, in ogni caso cinematografiche. Parenti non si rifugia nel tranquillizzante television-movie da incasso sicuro, gira cinepanettoni, è vero, ma non rinuncia a fare il suo mestiere di regista, sceneggiatore e inventore di storie. Neri Parenti comincia con John Travolto… da un insolito destino (1979) – che abbiamo visto in pochi –, prosegue dirigendo Paolo Villaggio in alcune puntate delle saghe Fantozzi e Fracchia, guida Renato Pozzetto, Massimo Boldi, inventa il cinepanettone, di cui è signore incontrastato, con l’accortezza di riuscire ad aggiornarlo con il passare del tempo.
Colpi di fulmine è un atipico film di Natale. Prima di tutto è costruito in due episodi – e fin qui non sarebbe una novità – che raccontano due diversi innamoramenti. In secondo luogo porta al cinema una coppia di attori come Greg e Lillo, votati alla gag fumettistica e strampalata, interpreti di un vero e proprio teatro comico dell’assurdo. Il primo episodio (Il prete) è il più normale, vede protagonista un brillante Christian De Sica e segue i canoni della commedia all’italiana, a base di equivoci e scambi di persone. De Sica è uno psichiatra che per sfuggire ai controlli della Guardia di Finanza fugge in Trentino e si spaccia per parroco, ma finisce per innamorarsi di un’improbabile carabiniera come Luisa Ranieri. Molto brava Arisa nel ruolo di Perpetua, meno convincente Simone Barbato come assistente del parroco. La comicità è un po’ risaputa, le gag sanno di già visto e alcune situazioni sono un po’ forzate, ma si ride. Ed è già molto. Il secondo episodio (L’ambasciatore) è davvero straordinario, pieno zeppo di gag originali, stile Greg e Lillo, fumettistiche, surreali, che seguono la lezione di Alto gradimento di Arbore e Boncompagni, ispirate ai cliché della popolare trasmissione radiofonica 610. Greg è un ingessato ambasciatore svizzero presso la Santa Sede, che parla in francese e si esprime in un italiano forbito. Ai mercati generali nota una bellissima pescivendola (Anna Foglietta) e s’innamora perdutamente di lei. Per avvicinarla prende lezioni di romanesco trucido dal suo autista Lillo e si sforza di trasformarsi in coatto. Ne viene fuori una sceneggiatura irresistibile, tre quarti d’ora di divertimento puro e surreale, come da tempo non accadeva nel cinema italiano.
Greg (Claudio Gregori) è autore anche delle musiche con la collaborazione di Attilio Di Giovanni. Christian De Sica improvvisa un balletto stile Sister Act in un rocambolesco finale. Le due storie sono piacevoli, divertenti, per niente volgari, mai eccessive, anzi, siamo di fronte a un’insolita comicità raffinata per un cinepanettone. Girato in Trentino (con la collaborazione della locale azienda di soggiorno) e a Roma, anche se nel primo episodio i protagonisti si esprimono in un buffo dialetto veneto. Anna Foglietta è molto brava in un ruolo da coatta che ricorda molto la Marcella interpretata da Giovanna Ralli in Racconti romani (1955) di Gianni Fanciolini. Si merita una nomination al Nastro d’Argento come miglior attrice non protagonista.
Gordiano Lupi