A Firenze è stato approvato il regolamento di polizia mortuaria che consente la sepoltura di feti e di prodotti abortivi nel cimitero di Trespiano. Il testo fu ratificato lo scorso anno, ma dopo un’ondata di polemiche venne ritirato e adesso a sorpresa è stato ripresentato e convalidato. Provvedimenti simili sono già presenti in una quarantina di città italiane. Il problema non è la scelta di seppellire il feto in un'area cimiteriale (cosa già regolata dal DPR 285 del 1990) ma, come aveva già sottolineato Se Non Ora Quando Firenze, è che questo intervento rischia di personalizzare il feto, indebolire le donne facendole sentire colpevoli e attaccare la 194. Oltre tutto ciò è lesivo della privacy e introduce l'anticostituzionale principio di disuguaglianza creando di fatto “categorie” all'interno dei cimiteri. Iniziative di questo tipo possono sdoganare i comportamenti di fanatici antiaboristi, articoli come questo: “Il giardino degli angeli trova casa nella rossa Firenze” ne sono un esempio. C’è da chiedersi quale siano gli scopi dei cosiddetti movimenti pro-life, si parla di diritto alla vita ma non dei diritti dei vivi in uno stato privo di validi supporti sociali, in una nazione in cui in troppe strutture viene negata la pillola del giorno dopo dagli obbiettori di coscienza che, guarda caso, in maggioranza lavorano tutti nei consultori e nei presidi ospedalieri aperti 24 ore su 24.
Cecilia Taranto e Concetta Basile (Segretarie Nazionali della Fp-Cgil) parlano di una scelta raccapricciante e totalmente inutile, si chiedono se il Comune d’ora in poi deciderà autonomamente se un feto sia una persona a prescindere dalle leggi di uno Stato e aggiungono quanto sia importante rispettare il dolore delle famiglie, delle donne in particolare, senza alimentare inutilmente scontri dal sapore oscurantista. La consigliera comunale Ornella De Zordo nel suo intervento sul tema ha chiesto che senso abbia un cimiterino, con tanto di monumenti, se non per sancire che il feto è una persona con tutte le conseguenze giuridiche e culturali che questo comporta. Anche la De Zordo parla di attacco alla 194 e chiede alla Giunta un ripensamento.
Se Non Ora Quando Firenze ribadisce la posizione presa già nel marzo 2012 ribadendo con forza la propria contrarietà a questo regolamento.
La preoccupazione che un area cimiteriale per i feti possa essere terreno di scontri con chi vorrebbe riportare indietro di più di 30 anni la condizione delle donne è l’ennesimo allarme di quanto ancora i diritti conquistati non vadano dati per certi ma preservati.
Sabrina Ancarola
(dal suo blog, 29 ottobre 2013)