La presidente di Chimera Arcobaleno Arezzo lancia un appello a istituti scolastici, associazioni ed istituzioni per una mobilitazione tesa a non emarginare nessuno
«In Italia, in tema di omotransfobia, si contano molte più vittime che provvedimenti»: queste le parole di Flavio Romani, presidente nazionale di Arcigay, che interviene duramente sul caso di Simone, il 21enne romano che si è tolto la vita lasciando in una lettera il suo atto di accusa agli omofobi. «Tutti noi abbiamo provato un dolore immenso nell'apprendere di quest'ennesimo fatto tragico, allora» esorta il presidente di Arcigay «ascoltiamo con umiltà la denuncia che il gesto disperato di un 21enne (e di altri giovani prima di lui) contiene e mettiamo in campo una risposta, quantomeno una reazione. A livello nazionale esortiamo la viceministro Guerra a rendere concreto il suo richiamo all'azione e a sollecitare subito l'apertura di un tavolo interministeriale che porti in tempi rapidi alla definizione di una road map di interventi sull'omotransfobia. È davvero urgente passare all'azione, dobbiamo almeno tentare di rendere migliore la vita dei ragazzi e delle ragazze lgbt di questo paese. Le associazioni, Arcigay in particolare, non faranno mancare il proprio contributo».
Anche Arcigay Arezzo si unisce all'indignazione verso i responsabili di questo ennesimo gesto tragico compiuto da un giovane omosessuale (tre sono i suicidi avvenuti per questo motivo dall'inizio dell'anno solo nella città di Roma). Cristina Betti, presidente del comitato Chimera Arcobaleno lancia un appello a tutte le istituzioni, alle scuole e alle associazione per unirsi ad Arcigay Arezzo in una grande mobilitazione che, come avvenuto ieri a Roma, si stringa intorno ai ragazzi per farli sentire meno soli e faccia rete affinché nessuno si senta escluso o emarginato.
«Stiamo già programmando nuovi incontri nelle scuole e in altri luoghi, quali l'Informagiovani di Arezzo, per sensibilizzare e, sopratutto, informare i ragazzi ma anche i meno giovani» dichiara la presidente di Arcigay Arezzo «ma il lavoro da fare è ancora molto. L'associazione è aperta e disponibile ad accogliere tutte le segnalazioni o le richieste di supporto, anche attraverso un servizio di counselling gratuito. Chiediamo a* ragazz* di non isolarsi».
Il Parlamento inoltre sta discutendo l'estensione della legge Reale-Mancino, una legge penale che cioè punisce soltanto a posteriori il crimine d'odio. Con quella legge, insomma, se e quando verrà approvata, sarà data giustizia alle vittime, ma non saranno evitate altre vittime. Né sarà fatto nulla per intervenire sul dilagante clima d'odio. «E invece è proprio di questo clima che ci parla la disperazione di questi giovani: ci dice che per loro la vita di ogni giorno è insostenibile, quella penombra a cui sono costretti per assecondare la cultura del pregiudizio in cui sono immersi li soffoca, l'immobilismo che vedono attorno toglie loro perfino la speranza di un futuro» conclude Romani.
Chimera Arcobaleno
Comitato provinciale Arcigay Arezzo
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