Classifica corta, come si suol dire. O tutti insieme appassionatamente... Dopo la terza giornata sono ben nove le squadre accomunate al primo posto in graduatoria: dalla favorita EA7 Emporio Armani Milano alla Pallacanestro Cantù passando per i campioni uscenti di Siena, l'ambiziosa Avellino, l'altra finalista scudetto 2013, Roma, Sassari, che ne ha fatti 100 – l'unica a riuscire nell'impresa, del resto la squadra di Sacchetti ha sempre goduto di un attacco atomico – alla malcapitata Pistoia (ultima a 0 insieme con Cremona), Brindisi, Bologna, Caserta e Varese. Venezia, Montegranaro, Pesaro e Reggio Emilia ne hanno 2. Nessun team è ora imbattuto. Come già detto, un torneo scoppiettante.
Dal nostro osservatorio canturino abbiamo veduto transitare la gloriosa Victoria Libertas Pesaro, che tuttavia non ha potuto opporsi granché allo strapotere fisico dei brianzoli, come ha candidamente ammesso lo stesso allenatore degli adriatici, Il Tigre Sandro Dell'Agnello, colui che stoppò un giorno Sua Maestà Air Jordan e anche il centrone dei Phila Moses Malone. Mai stata una volta in vantaggio Pesaro, al massimo due parità (2-2 e 6-6). Un dominio della partita pressoché totale da parte di Cantù che ne ha avuti sino a 20 di vantaggio, anche se non è mai venuto meno l'orgoglio dei marchigiani.
Un Joe Ragland in formato esplosivo: 21 punti in 33' in campo, 5/5 da 2, 3/5 da 3, 2/2 ai liberi, 5 rimbalzi, 2 falli subiti, 3 recuperi, 7 assist e persino, lui il piccolo della compagnia, 2 stoppate fatte, per un eccellente 35 di valutazione. Ragland è un play che non teme alcuno né alcun male. Va dentro in maniera squassante, possiede tiro da fuori, sa gestire il gioco e ha leadership. Tosto, tosto, tostissimo. Dopo tre giornate è 3° fra i marcatori con 21 di media, 1° negli assist con 5,3, tira con oltre il 70% abbondante da 2 e il 62,5% da 3 ed è il 3° assoluto per valutazione globale. Forse questa completezza è spiegata dal fatto che il (quasi) 24enne mancino è nato a Springfield, nel Massachusetts, insomma dov'è nata la pallacanestro nell'anno di grazia 1891 e dove ha sede il Naismith Memorial Basketball Hall of Fame. Inevitabilmente un predestinato.
Dei 93 punti di Cantù 17 sono venuti dalle mani di Stefano Gentile, spesso in campo con Ragland, a costituire una micidiale coppia play-guardia. E pimpante anche la prova di Marco Cusin: il pivot, finalmente concentrato e oltremodo mobile, ai 10 punti ha aggiunto 9 rimbalzi e la chicca di 3 stoppate rifilate.
Pesaro si può consolare con la gran dimostrazione a rimbalzo di Oberah Anosike – 16 rimbalzi (+ 22 punti) – e con la positiva gara di Pecile (14 punti). Tanti punti nelle mani può inoltre avere Elston Turner. Rimane tuttavia il fatto che i pesaresi non sono provvisti di tanti centimetri e sono piuttosto giovani, a parte il veteranissimo Alvin Young, newyorkese un po' giramondo ma soprattutto innamorato dell'Italia, 38 anni, già eletto miglior giocatore di Legadue del decennio. Faranno fatica forse a vincere tante partite, ma paiono giocatori di carattere.
Per quel che concerne invece Cantù si scorgono già gli esiti dell'imposizione della saggia mano di Pino Sacripanti.
Alberto Figliolia