Noi non facciamo funerali né a Priebke né ai morti di Lampedusa.
Per il primo abbiamo fatto viaggiare la salma da un posto all’altro.
È stata miopia non presagire disordini? La soluzione di un luogo sconosciuto non poteva essere pensata prima senza rimestare orrore a dolore?
L’ecatombe di Lampedusa invece non ha permesso ai lampedusani onoranze composte e partecipi da parte di coloro che li avevano accolti, raccolti, ne avevano composto i corpi e scaldato i superstiti di solidarietà.
Le bare dei naufraghi hanno finito la loro corsa lontano persino dai loro cari, in bare senza nome. Ma non dovevano essere funerali di stato?
Solo un numero contrassegna la negata identità. Si è rubato alla morte il rito funebre che le appartiene da sempre.
A Lampedusa il mare respira dolore e corone di fiori.
Patrizia Garofalo