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Morbegno celebra il centenario dalla nascita della poetessa Gisella Passarelli 
Inaugurata giovedì la mostra che resterà aperta fino a domenica 20 ottobre
19 Ottobre 2013
 

Per i cento anni di Gisella Passarelli, poetessa e giornalista morbegnese, scomparsa nel 2010 all’età di 97 anni, il Circolo Culturale Filatelico Numismatico Morbegnese, la Fondazione Casa di riposo Ambrosetti-Paravicini e l'Associazione CA.RI. hanno organizzato una mostra, patrocinata dal Comune di Morbegno, presso la Casa di riposo di Morbegno, aperta dal 18 fino al 20 ottobre.

Gisella Passarelli è stata presidente dell'Ordine Nazionale Autori e Scrittori. Ha scritto libri, romanzi, poesie, alcune molte legate al suo territorio tra cui il poemetto sulla Bona Lombarda e “Valle mia Valle - Ode alla Valtellina” musicata dal maestro Irlando Danieli. Era molto legata alla sua montagna, alla sua terra, infatti ha trascorso l’ultimo periodo della sua vita nella sua città natale, ospite della Casa di riposo. Nella sua opera letteraria, oltre ad esplorare i grandi misteri della vita ha anche affrontato con sensibilità e indignazione i mali sociali. La mostra, realizzata anche con i materiale messo a disposizione da Luca Villa, è stata inaugurata giovedì 17 ottobre, a cento anni esatti dalla sua data di nascita (17 ottobre 1913).

All’evento sono intervenuti il presidente della Fondazione Ambrosetti-Parravicini Roberto Marchini, il sindaco della città del Bitto Alba Rapella, il presidente del Circolo Culturale F/N Morbegnese Lorenzo Del Barba e la responsabile del Laboratorio Poetico dello stesso Circolo Culturale Paola Mara De Maestri. Un passaggio importante della De Maestri recita: «La memoria è uno dei principali processi cognitivi dell’uomo. La nostra vita interiore, le esperienze vissute, gli eventi ai quali abbiamo assistito, le persone conosciute sono tutti conservati nella nostra memoria. Senza di essa esisterebbe solo il presente e per quanto a volte potrebbe sembrare un bene, in realtà noi saremmo come dei contenitori vuoti, privi di sostanza. Purtroppo nelle società di oggi, la memoria è da molti considerata poco importante. Si fa fatica, e questo lo vedono soprattutto gli insegnanti che lavorano quotidianamente con i bambini e i ragazzi, ad educare alla memoria perché ci si rivolge alla generazione dell’“attimo fuggente”, senza radici e senza prospettive. Però, a mio avviso, dobbiamo tutti fare uno sforzo per cercare nel nostro piccolo di dare un contributo per favorire il ricordo, come nel caso di Gisella, di persone che ci sono state di esempio, per l’impegno, la creatività, la voglia di fare. Come sostiene in un aforisma il filosofo e poeta tedesco Johann Wolfgang von Goethe: “Maledetti, trafitti dalla passione, l’Amore ci sopravvive, l’Arte ci rende immortali”».

Alcune poesie dell’autrice sono state declamate dal professor Massimo Malgesini.

 

 

 

Gisella Passarelli è nata a Morbegno, in Valtellina, dove risiedeva la sua famiglia. Dopo la scuola media superiore ha lasciato la sua terra per completare gli studi e realizzarsi professionalmente. Versata negli studi umanistici si è poi dedicata a quelli sociali per conseguire il titolo di assistente sociale, una professione allora emergente, e per esercitare la sua attività nelle sedi e nei settori più vari. Un'esperienza ricca di motivazioni e di contenuti che le è servita anche come base per la sua collaborazione giornalistica, già in essere, e per la sua vocazione letteraria. Residente per diversi anni a Milano, ha collaborato a diverse testate, dal Corriere della Sera e Rizzoli Corsera (Amica, Domenica Del Corriere, Pagina della donna del Corriere della Sera, Brava, Salve, Insieme, Corriere dell'Informazione); al settimanale Il Tempo; al quotidiano Il Giorno; a periodici socio culturali. Ha iniziato, con la rivista Amica, la prima “Rubrica dell'Assistente sociale” tramite la quale ha seguito con servizi dialogati con lettrici e lettori, operatori sociali e politici l'evoluzione della legislazione sociale, le iniziative e i movimenti per l'affermazione dei diritti delle donne, dei minori, della famiglia, dei cittadini in genere, della vita sociale e culturale. E intanto ha assecondato la sua vocazione di sempre, quella della poesia sgorgata in Valtellina fin dall'adolescenza.

Ha pubblicato due trilogie poetiche: le raccolte La Grazia 'il poema dell'iniziazione'; I gradini del sole (Bottega Amore di Poesia, Bergamo 1944) e La canzone del futuro (Piemar, Varese 1952), la prima e tre volumi di poesie (tutti editi da Ugo Guanda) la seconda: Sette giorni d'eternità nel 1961; In punta di piedi nell'universo nel 1963; I nostri immensi occhi nel 1967. Nel 1948 aveva pubblicato il poema epico pastorale La Bona Lombarda con il patrocinio della Società Storica Valtellinese. A seguire due raccolte di poesie (edizioni Rebellato, Cittadella) dai titoli La radice fosforescente, nel 1974, e La luce verde nel 1981. Nel 1982 compose il poema Da ogni parte il cielo per musica, danza, teatro (Atelier del Libro, Milano). Nel 1985 il romanzo La vita è spazio (Rebellato) in cui la poesia si fa prosa in un contesto stilistico misurato e sostanziato dagli eventi e dalle esperienze spesso vissute in prima persona dalla autrice, con pagine dedicate in parte alla Valtellina. Sia il poema che il romanzo sono stati presentati, a suo tempo, al Circolo della Stampa di Milano, ricevendo consensi e recensioni su vari quotidiani e riviste; come per le pubblicazioni precedenti. Nel novembre 1989 ha pubblicato la raccolta di poesie Tre zampilli di luna (Edizioni del Leone) presentato al Circolo della Stampa di Milano nel marzo 1990. Nel marzo 1992 è uscito il secondo romanzo, Incontro a Delos (Edizioni del Leone) presentato al Circolo della Stampa di Milano il 5 maggio 1992, a Cividale del Friuli il 12 settembre 1992 e a Venezia il 31 ottobre 1992. Ha composto, fra l'altro, l'ode alla Valtellina Valle mia valle, eseguita dalla Corale “Marco Enrico Bossi” di Morbegno. Come presidente dell'Ordine Nazionale Autori e Scrittori ha partecipato alla promozione di incontri e manifestazioni culturali e significative, intervenendo anche in prima persona con conversazioni e cicli di poesia. Nel maggio 1994 è uscito Canto e Controcanto, la cronistoria poetica dell'autrice, con molte liriche edite ed inedite (Edizioni del Leone) presentato a Milano e a Venezia. Nel 1996 segue il terzo romanzo, Il pianoforte di Beatrice (ambientato in buona parte a Milano), presentato al Circolo della Stampa con motivi musicali; e a Venezia, all'Ateneo veneto, con letture dell'ultima pagina della Notte degli addii accompagnata dal Preludio della goccia d'acqua di Chopin. Alcune pagine significative del romanzo sono state lette in un omaggio “alla poetessa” nell'auditorium del Comune di Rho dopo la lettura di poesie scelte dalla cronistoria poetica Canto e Controcanto, ispirate in particolare ai suoi viaggi nel mondo ed a motivi lirico musicali. I testi sono stati letti dalla voce di una valente attrice e poi sottolineati dall'arpa con esecuzione di brani musicali di celebri artisti dei luoghi evocati (Debussy, De Falla, Respighi etc.); il tutto è stato scelto e coordinato (in perfetta sintonia fra musica e poesia) dal noto Maestro Roberto Porroni e introdotto dall'Assessore alla cultura, con intervista all'autrice. Nel 1998 è uscita una consistente raccolta di poesie, Le Filigrane dello spirito (Edizione del Leone) in cui l'autrice passa da un primo inserto di elegie a quello delle atmosfere poetiche e presenta, nella seconda parte, “La spirale della conchiglia” con le più diverse variazioni artistiche ispirate ai sentimenti, a motivi musicali, letterari, scientifici, paesaggisti e naturali, drammaticamente o felicemente misterici e umani. Il tutto pervaso da una feconda malinconia e «“dagli echi dell'immenso udire». Il 16 novembre 1999 Le Filigrane dello Spirito sono state presentate al Circolo della Stampa da due artisti noti: il maestro Porroni con la sua chitarra e l’attrice A. Pellegatta che, come riferiva la cronaca, «hanno trasportato, con la musica e i versi, il pubblico (che gremiva la sala) ora verso il mondo caliente della Spagna, ora verso tranquilli paesaggi di solitudine… in un’atmosfera quasi magica».

 

a cura del Laboratorio Poetico

del Circolo Culturale F/N Morbegnese


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