Mar Mediterraneo
Nel buio della notte
l'immensità del mare
padre e madre
generatore di vita... Tu,
io madre... so che nulla
ho da temere per te.
Perché ora che
sento una vita crescere
in grembo so che
ci proteggerai.
Le urla... mare
Le lacrime... mare
Il terrore... mare
Dammi aria... mare
per mio figlio...
Non lasciarlo morire
già lo sto lasciando
alla vita!
Non vuoi... mare
Ci trascini giù... mare
Mio figlio nato... vivo
Subito morto...
Lo stringo
L'abbraccio
Gli do il mio respiro
Nulla... Nulla più vivo
Sgomenta
ti guardo prendermi
con la tua forza!
Perché... mare... perché?
Perché hai tradito
la tua stessa essenza?
Milano-Opera, 12/10/2013
Dino Duchini
Sono lì accanto a voi...
Sono lì accanto a voi
come uno di voi
sopra una di quelle navi
feriti che zoppicano nel mare
trascinati dal vento delle maledizioni.
Chiudo gli occhi e vedo la spiaggia
come un dipinto che si allontana
dal mio futuro, quella spiaggia
su cui ho sognato di camminare.
Ce la farò!
Ma sono stanco, ho fame, non so nuotare.
Guardo in alto, voglio vivere, “Aiutami, Dio”
urla la mia anima sotto un'onda
che spegne il mio sguardo.
Non sento più freddo né dolore.
Era bello avere paura, era bello il mondo
che non ho potuto vivere, peccato morire
ma ho tentato in tutti i modi di vivere.
La vita è una bella storia... sì, era bella...
non solo la mia storia, la storia dei tanti.
Perché non sono solo qui, vedo luci
che mi circondano, cadono lentamente
nel profondo blu, come i ricordi
di questo secolo.
Volete sapere chi sono? Ve lo dico.
Provengo da una terra che mi ha allontanato...
dalla mia famiglia, e il mio cuore è rimasto lì.
Adesso sono battezzato in questo mare di pace.
Mi chiamano luce delle stelle di Lampedusa.
Meta Erjugen, in memoria di quelle anime che splendono nel blu
Lampedusa
Lampedusa
specchio di mare
e nell'immenso mare
corpi d'infanti e adulti morenti
che assistono impotenti
allo spegnersi del loro sole
quel sole che ci accompagna
quel sole che donava loro forza
quel sole nelle luci
della barca capovolta.
Alfredo Visconti
Non puoi piangere...
Non puoi piangere
se le lacrime hanno lo stesso sapore del mare
se nelle mani protese galleggiano raggi d'acqua
Sali... aggrappato ai sottili
fili taglienti degli aquiloni
Sali... nell'anima graffiata e scivolosa
e persa
l'eco del vuoto ti accompagna
Sali... sbatti i piedi freddi e... sali
La morte alita sui tuoi sensi
smuove le urla soffocate
dalle onde
Giuseppe Catalano
Lampedusa, 3-10-2013
Sulle acque del mare
per sempre gridavano addio,
le voci e le anime galleggiano
sulla pelle dell'acqua,
lì in quel cuore di mare.
I soccorritori setacciano
le acque per raccogliere
la carne dei dispersi
che sale a galla.
E lo sciabordio non tace!
Sale il dolore a preghiera
e i nostri occhi guardano in alto
a cicatrizzare il cielo.
È difficile per coloro che
non hanno mai conosciuto
la persecuzione credere
che la vita valga la morte.
Ricordi di stranieri in luoghi
stranieri, stranieri gli uni
dagli altri, che pensavano
uguali pensieri.
Vivere è ancora porsi domande,
non c'è più nulla da capire,
c'è tutto da fare
e prendere coraggio
per il futuro
ricordando il passato.
Giuseppe Pino Carnovale