Chi c’era può dirlo e confermarlo: a scendere in piazza, a Roma, sabato 21 settembre, per protestare contro ogni forma di devastazione ambientale, sono state almeno dodicimila, tredicimila persone. La protesta contro l’ennesimo sfregio al territorio, uno degli ultimi residui dell’impareggiabile campagna romana – di cui restano solo testimonianze di artisti e viaggiatori italiani e stranieri che ne rimasero ammaliati e fortemente ispirati – parte dal Comitato contro la nuova megadiscarica alla Falcognana, sull’Ardeatina, nei pressi del Santuario del Divino Amore, e raccoglie fortissima adesione da parte della cittadinanza e di realtà organizzate per la difesa dell’Ambiente e di un sistema democratico in forte deficit.
Questo popolo pacifico e tenacemente rispettoso di tutte quelle regole che in altri ambiti si tenta di scavalcare e stravolgere ogni giorno per meri calcoli speculativi e di potere, ancora una volta si è mosso nel pomeriggio di sabato, con le idee ben chiare sulle motivazioni e necessità di esprimere a gran voce il proprio dissenso. Questa gente è stanca, è sfinita, ma non si arrende, non si dà per vinta. Il Comitato per il Riciclo di Cerveteri, i Comitati per il Risanamento Ambientale di Valle Galeria, Fiumicino e Guidonia, il No Inc di Albano, il Movimento contro la Cementificazione del Divino Amore, si sono dati appuntamento per sfilare in corteo da Piazza della Repubblica fino a Piazza S. Apostoli, riflettendo e facendo riflettere sulle scelte criminali e inconsulte che non prendono affatto in considerazione soluzioni alternative per una diversa gestione del bene comune.
Fra la sua gente anche il parroco del santuario del Divino Amore, don Ferdinando Altieri, che la sua predica stavolta l’ha fatta in piazza e a chiare note: tutto può succedere da un momento all’altro, ma la protesta va avanti. La soluzione per lo smaltimento dei rifiuti c’è e quella deve essere adottata: differenziata al cento per cento.
Maria Lanciotti