Franco Cardini
L'imperatore, il re del mondo, il cavaliere
Illustrazioni di Maria Paola Forlani
CartaBianca, Faenza 2013, pp. 193, € 15,00
Il libro di cui mi accingo a scrivere un sintetico commento nacque in mezzo alla neve, in giornate d’inverno trascorse dall’autore Franco Cardini sull’Appennino tosco-emiliano. È un lungo racconto, denso di allusioni, tramandi e simboli, dove si fondono echi e suggestioni di folte letture, di arcaiche citazioni e di più moderne visioni, dalla Bibbia a Omero, alle fiabe e leggende orientali, a evocazioni nibelungiche, entro incursioni nel vastissimo spazio del tempo. Medioevo, e poi voli tra storia e fantasia, come nelle più classiche e ineffabili fiabe, ma con un impianto di forte sostegno ideale, in cui sentimenti, emozioni e misteri dell’inconscio e del sogno si orientano verso un obiettivo esistenziale dove si intravede la sfaccettata immagine dell’esistenza umana e il fine ultimo possibile e probabile della vita. Nel muovere come variopinte scene i suoi personaggi, l’autore, che è uno storico di fama, descrive squarci dettagliati di storia, dove si intrecciano costumi, ambienti, situazioni e linguaggi, ricreati con una narrazione elegante che unisce la visione di fantastiche avventure alla levità arcana della poesia. Il personaggio che passa tra i vari momenti della storia è un cavaliere, puro e senza macchia, che percorre il Vortice del Tempo, trovandosi nella rovina di una terra bellissima, quella del nostro pianeta, ormai irreparabilmente deturpata da sciagurate insipienze umane. In seguito, dopo molte avventure, si ritrova al punto di partenza, presso la reggia di Federico II di Svevia. Il messaggio, a questo punto, si fa complesso e ambiguo. È una serenità apparente quella che il cavaliere ritrova al suo ritorno, o è il ringiovanimento eterno dell’esistenza? “La primavera è tornata nel Giardino della Vita”, dice alla fine del libro uno dei saggi. E così la lettura ci porta alla convinzione che è la seconda ipotesi quella auspicabile, che pare appunto essere quella della speranza scritta attraverso il linguaggio metaforico della fiaba, dato che, “all’indice della mano destra dell’imperatore, l’anello dalla grande pietra azzurra era tornato a rifulgere di purissima luce”.
La presentazione del libro tuttavia sarebbe monca, se non si citassero, sia pure rapidamente, le bellissime illustrazioni della pittrice Maria Paola Forlani, che concludono il volume. Sono dodici disegni, raffinati come miniature di un antico e prezioso libro d’ore, racchiusi in cornici decorate a colori, mentre la scena, al centro, è disegnata in un fitto intrico di leggerissimi segni in bianco e nero. La sapienza visiva si coniuga in tal modo all’intelligente capacità artistica, arricchendo il volume che – già introdotto in una prima edizione da una colta presentazione di mons. Franco Patruno (un sacerdote artista di grande umanità e sapienza ora scomparso) – si impreziosisce ora con questa piccola bibbia del fantastico, dove il figurativo si lancia nell’avventura del confronto con la modernità; così come nel racconto la fantasia creativa vibra nella luce della storia e della ragione.
Gian Luigi Zucchini
(da L'Eco di Bergamo)