Daniele Lembo
8 settembre 1943
Il giorno in cui morì la patria
Delta Editrice, 2013
Chi scrive di storia è non soltanto appassionato della materia di cui scrive, ma è percorso a mio avviso da una sorta di febbre da ricerca alla quale per l'intera sua esistenza non può sottrarsi. E per quanto tantissimo venga scritto quotidianamente e diffuso con mille veicoli in tutto il mondo, egli sarà sempre stimolato da nuove scoperte, di eventi grandi e piccoli, a conferma che mai si finirà di dire e di scoprire. Come l'archeologo non sa mai cosa apparirà esattamente rimuovendo la terra o le pietre, come in quel momento si accende in lui la speranza di trovare ciò che intuiva di poter reperire, chi si occupa della storia, quella degli eventi drammatici che forgiano il corso dell'umano procedere, scava perennemente negli archivi, legge tomi dimenticati, sfoglia carte ingiallite e vecchie immagini nascoste nei luoghi più diversi, cercando la documentazione che confermi quegli eventi e i suoi perché. Se si può sintetizzare in poche parole il significato di questo stimolo inarrestabile, si può parlare di ricerca della verità, questo è il vero motore che da secoli spinge chi scrive di storia.
Nella mia lunga esperienza editoriale nel settore, una delle persone che ho incontrato che più rappresenta il ricercatore storico, è stato Daniele Lembo. Mai fermo nel suo sforzo incessante di portarci a conoscenza di qualche dettaglio, di qualche immagine, di qualche intuizione o di qualche prova che gettasse nuova o ulteriore luce su qualche evento storico. Il periodo di cui si occupava era il Novecento, con attenzione particolare per la seconda guerra mondiale, ma soprattutto per gli eventi italiani, di cui mai credo abbia cessato un solo giorno della sua non lunga vita di occuparsi e di studiare, producendo una serie di opere sul tema a ritmo serrato, quasi avesse il presentimento che il tempo non gli sarebbe bastato per tutto ciò che la passione lo spingeva a fare.
Quest'opera è l'ultima che Daniele Lembo mi ha consegnato prima della sua scomparsa prematura, un tema a lui molto caro, perché per lui dolorosissimo, come dovrebbe esserlo per ogni italiano : quell'8 settembre che lui ha definito così bene, così lapidariamente, come “il giorno in cui morì la Patria”. Una sintesi degli eventi, questa narrata da Daniele Lembo, che, sono certo, rimarrà a lungo nelle biblioteche non solo dei cultori di storia, ma di chiunque abbia a cuore il nostro paese. Un punto di riferimento essenziale a testimonianza del lavoro incessante e appassionato di uno storico dei nostri tempi. (L'editore)