Una poesia contro la guerra
Col suo canto di mitraglia la gazza
nell’immensa pace della campagna
mentre dal cipresso la brezza spruzza
la nuvola di polvere e pollini.
Si prepara la terra alla semina
s’aspetta l’arrivo delle rondini
così le gemme sui rami se ne stanno
allineate e attente sentinelle
al canto spoglieranno l’armatura
mostrando nudo il corpo soffice
di profumato e colorato fiore
esploso senza sangue né rumore.
Qua non si bombarda non si ferisce
l’aviazione impollina e fa il miele
per difesa l’ardito pungiglione.
L’asparago è missile puntato
Kamikaze innocuo e devoto
eroe e martire della frittata,
formiche società organizzata
in bunker di provviste e d’azione,
alta tecnologia dei pipistrelli
anfibi di stagni e di ruscelli
corazzati scarabei e scarafaggi
sommergibili in caccia tra canneti,
non c’è guerra né servizi segreti
insetti dai complicati ingranaggi
imprigionati nelle ragnatele
è la vita degli esseri in ricerca
qui la vita ha senso e non si spreca.
Sulle ninfee planano libellule…
Stefano Sanchini