«Devesi rilevare che il rapporto fiscale si colora di connotazioni anche morali – tali che, se da un lato comportano per il contribuente il fondamentale dovere di pagare, dall'altro escludono che l’ente impositore possa pretendere due volte la medesima imposta o, comunque, più di quanto gli è dovuto approfittando, magari, di eventuali errori dello stesso o di altri contribuenti».
(Cassazione, Sezione Tributaria, sentenze n. 13138/10 e 13139/10, sui ricorsi per gli avvisi accertamento ICI del Comune di Sondrio)
Principali interpreti:
Vanna Mottarelli e sua madre, contribuenti;
Dr Cristina Casali, dirigente del Servizio Patrimonio, Programmazione e Controllo del Comune di Sondrio;
i difensori nominati dal Comune: Avv. Giovanni Camanni, Avv. Tiziana Mevio e Avv. Goffredo Maria Barbantini.
La vicenda che narriamo è vera e non si svolge nella Sondrio dei feudatari, valvassori e valvassini di centinaia di anni fa.
Prologo: si spara nel mucchio.
Nel 1993, Vanna Mottarelli e la propria madre Lina Della Marianna (scomparsa successivamente, nel 2008), come ogni contribuente presentano la dichiarazione ICI e versano ogni anno la relativa imposta. Per 13 anni, tutto fila liscio, ma ahimè nel 2006 il Comune di Sondrio “scopre” una macroscopica evasione: Vanna Mottarelli non ha dichiarato un “terreno edificabile” di mq 14 di cui risulta essere comproprietaria con il marito; Lina Della Marianna non ha dichiarato un terreno edificabile di mq 22 (di cui ignorava l’esistenza) e un terreno intestato al proprio fratello deceduto nel 1972; il Comune imputa al 50% a carico della madre usufruttuaria e al 50% a carico della figlia proprietaria, due terreni (divenuti edificabili successivamente) appartenenti a partita catastale regolarmente dichiarata da Lina Della Marianna nel 1993, su cui l’usufruttuaria ha sempre versato l’ICI al 100%.
Parte una prima tornata di avvisi di accertamento per gli anni 2000, 2001, 2002, 2003 e 2004. Cinque avvisi, direte voi. Ebbene no. Ben 31 avvisi di accertamento, uno per ogni contestazione e quindi più avvisi per ogni anno di imposta. Dodici avvisi di accertamento sono poi stati annullati e sostituiti da altri due col seguente risultato finale: 21 avvisi di accertamento.
Le contribuenti presentano in CTP (Commissione Tributaria Provinciale) 21 ricorsi allegando documenti, fotografie, atti notarili, attestati e prove di ogni genere idonee a dimostrare che:
- l’area (di ben mq 14 al 50%) non esiste in quanto trattasi di errore di mappa;
- l’area di mq 22 non esiste in quanto trattasi di tetto di un edificio e relativo accesso carraio (ICI già conteggiata nell’edificio);
- il terreno intestato al fratello deceduto nel 1972 equivale a eredità rinunciata;
- le restanti aree nel 1993 sono state dichiarate dall’usufruttuaria Lina Della Marianna, che ha sempre versato l’ICI al 100%.
La CTP accoglie i ricorsi limitatamente a talune rettifiche di valori ma li rigetta nella sostanza. Le sentenze vengono appellate.
Seguiranno, anno per anno, analoghi avvisi di accertamento per il 2005, 2006, 2007 e 2008. E la serie continua... Ma fermiamoci al 2005, l’anno che fa al caso nostro.
Atto primo: io sbaglio tu paghi!
Il Comune di Sondrio emette avvisi di accertamento per l’anno 2005 (fortunatamente solo due), con un’aggiunta per quello a carico di Lina Della Marianna: a causa di errore materiale dovuto ad una svista del dipendente che ha caricato i dati nel computer viene cancellata la casella che contraddistingueva dieci fabbricati inagibili dichiarati nel 1993, per i quali è sempre stata usufruita l’agevolazione ICI del 50%.
La Mottarelli, essendo l’errore di quelli visibili a occhio, a cui può essere posto agevolmente rimedio, ha chiesto alla Dr Cristina Casali, ottenendo netto rifiuto, di ripristinare la casella erroneamente cancellata.
E così, senza alcun accertamento, documento, motivazione, i fabbricati inagibili diventano agibili. Non vengono disposti i doverosi sopralluoghi, né inviati i previsti questionari: neppure vengono presi in considerazione i documenti e le foto prodotte dalle interessate.
Alle contribuenti, non rimane che presentare gli ennesimi ricorsi alla C.T.P.
La sentenza in ordine ai ricorsi per l’anno 2005 viene pronunciata dai componenti che hanno deciso la tornata dei ricorsi 2000/2004. La C.T.P., senza prendere in esame -per il ricorso Della Marianna- la novità dei fabbricati inagibili magicamente trasformatisi, da cui deriva la gran parte della maggiore ICI liquidata, indirizzava entrambe le ricorrenti direttamente al giudice di secondo grado, motivando che avendo già deciso per i medesimi immobili con le sentenze passate, non poteva ritornare su decisioni già prese.
Les jeux son fait. Rien ne va plus, direbbero al casinò.
Ogni tanto la legalità si afferma come raggio di sole in ciel turbato: Mottarelli e Della Marianna si rivolgono alla C.T.R. (Commissione Tributaria Regionale), la quale accoglie gli appelli e condanna il Comune di Sondrio al pagamento delle spese di lite liquidate in € 1.100,00 per ciascuno di essi.
Atto secondo: un avvocato tira l’altro!
Il Comune di Sondrio non demorde. Vuole a ogni costo portare a casa gli € 77 per l’ICI, sanzioni comprese, dalla Mottarelli ed € 255, di cui € 133 per i soli fabbricati inagibili, per l’ICI posta a carico di Lina Della Marianna.
E così, la Dr C. Casali per difendere con le unghie e con i denti il “tesoretto” di € 332 ha deciso (in piena autonomia) di ricorrere in cassazione contro entrambe le sentenze della C.T.R.
E qui, il caso si fa ulteriormente interessante.
Con determina n. 19/799 del 6 agosto 2010, nomina ben tre avvocati (vedi doc. a lato: estratto della determina): Giovanni Camanni (non cassazionista), Tiziana Mevio (cassazionista) e Goffredo Maria Barbantini (cassazionista del foro di Roma).
Resta un mistero il motivo per cui la dirigente comunale, pur sapendo che l’Avv. Camanni non poteva firmare i ricorsi, gli abbia conferito incarico. Non certo perché esponente provinciale del Partito Democratico! E, infatti, accorgendosi del “lapsus”, ha esteso l’incarico ad avvocato con tutte le carte in regola (l’Avv. Tiziana Mevio, per l’appunto). Il puzzle è stato poi completato con la nomina dell’Avv. Barbantini, cassazionista in Roma, per sbrigare le pratiche presso la Cassazione e discutere i ricorsi (incarico da cui deriverà sicuramente al Comune di Sondrio il risparmio per le altrimenti inevitabili, ingenti spese di trasferta).
Ma le stranezze non sono finite. C’è “il giallo” delle procure alle liti: a margine dei ricorsi non ci sono; in calce ai ricorsi non ci sono. Sono forse state rilasciate con atto notarile allegato ai ricorsi? Speriamo perché diversamente è come se i ricorsi non fossero mai stati presentati. Un bel pasticcio: i poveretti, dopo aver pagato coi soldi nostri ben tre avvocati rischiano che i loro sommi documenti non vengano nemmeno presi in considerazione.
Il Comune di Sondrio, per l’estremo tentativo di introitare la somma di € 332 non se la caverà certo con lo stanziamento di massima di € 3.000 indicato da C. Casali nella determina: per due ricorsi e tre avvocati è davvero poco, anche se i difensori dovessero praticare parcelle “da amico”. Si accettano scommesse che il Comune non se la caverà con meno di € 5.000 per spese legali.
Ma che ci devono fare con le poche decine di euro di ICI che, quand’anche la cassazione dovesse accogliere i ricorsi, finiranno per costare una considerevole cifra alle casse comunali?
Non lo dite alla Mottarelli, ma un’ipotesi possiamo avanzarla: avete presente che il Comune di Sondrio, caso unico in Europa e nel mondo civilizzato, ha concesso una sanatoria per un abuso edilizio commesso da un importante personaggio in gran parte sul terreno altrui? E che il terreno era della Mottarelli, che da oltre 10 anni riempie i tribunali locali, regionali e nazionali di denunce ed esposti sulla vicenda?
Ebbene, vuoi vedere che i suoi soldi ICI (€ 332) servono per pagare i legali con i quali il Comune difenderà l’abuso edilizio nel ricorso ora pendente al Consiglio di Stato?
Che lingua! Manco male che ognun sa quel che vale.
(la cameriera Susanna ad altolocato personaggio ne Le Nozze di Figaro di Mozart)