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Maria Lanciotti. Emanuela Maccarani e le sue “ragazze” 
Una leggenda vivente, tutta al femminile, che da sola riscatta tante pagine buie della storia umana e sportiva
22 Agosto 2013
 

 

Certe avventure “estreme” chiedono di essere raccontate come una volta si narravano i miti. Per tramandare esperienze e insegnamenti che fanno grande la vita. Così nasce Questa squadra, il bel volume di Emanuela Maccarani con Ilaria Brugnotti, Baldini&Castoldi 2012. “Questo libro è per tutti coloro che inseguono con passione il loro sogno”, la dedica rivolta chiaramente ad ogni lettore, che diventa incitamento a perseguire i propri obiettivi, sia pure con sacrificio, credendovi fino in fondo. “La ginnastica ritmica, le Farfalle, la mia vita” il sottotitolo che introduce all’essenza del libro e il forte messaggio della Maccarani che in quarta di copertina suggella l’opera: “Insegnare è il miglior modo per imparare”. Non si può essere grandi se non si è umili. Una regola che vale sempre e nello sport diventa fondamentale. Una filosofia di vita e una pista da seguire. 89 medaglie – fra cui l’argento all’Olimpiade di Atene nel 2004 –, tre titoli mondiali consecutivi, l’Olimpiade di Londra (un sogno più che sfiorato) sono i risultanti strabilianti ottenuti da ‘Questa squadra’ di cui la Maccarani, nata a Milano nel ’66, è stata allenatrice responsabile fin dal ‘97.

Ma le cifre da sole non bastano a raccontare una storia vergata a lettere d’oro ma anche a sudore e lacrime. Ed entra in gioco l’elemento determinante per la stesura del libro, colei che darà voce alla storia. Ilaria Brugnotti, nata a Milano nel ’76, giornalista ed ex ginnasta, poi tecnico e giudice regionale, nel 2010 propone a “Manu” di parlare di “questa squadra” ricercando l’elemento umano ed emozionale nella storia della Maccarani e delle Farfalle che si sono avvicendate nel tempo nella rosa della Nazionale. Inizia così, con un percorso a ritroso, la narrazione di uno dei capitoli più avvincenti della storia della ginnastica ritmica italiana.

Introdotto da Roberto Guarena, Amministratore delegato Vittoria Assicurazioni (che ha collaborato alla pubblicazione del libro) e prefato da Riccardo Agabio, Presidente della Federazione Ginnastica d’Italia, Questa squadra apre con “L’età dell’oro” iniziando dall’8 settembre 2009, il giorno della partenza per i Campionati del Mondo di Mie, e scattano i ricordi legati a gioie, vittorie e soddisfazioni, ma anche ansie e sconfitte, la più bruciante la medaglia “rubata” all’Olimpiade di Pechino del 2008. I ricordi quando partono non li fermi più, ogni episodio uno scrigno che altri ne contiene, e si dipana la storia tra riflessioni e interrogativi, tra dubbi e certezze, e scava nell’intimo fino a ripescare immagini che il tempo non offusca ma impreziosisce. Al Teatro alla Scala di Milano, Manuela ha sei anni, la lezione di danza col Maestro Valter Venditti. E un mondo fantastico di cui conserva ogni sensazione, ogni momento particolarmente suggestivo. La passione è un fuoco che arde ma non consuma, anzi ravviva, “quasi un droga, della quale non puoi fare a meno”. L’odore stregante della palestra e una dedizione totale che toglie spazio a tutto il resto, e poi la chiamata del Presidente della Ginnastica Rho, Aldo Lazzaroni, nel febbraio del 1985. “Manu” ha 19 anni e riceve la proposta per un posto da allenatrice. La sua carriera di atleta, sempre in salita e in corsa, prende il volo. E siamo alla nuova avventura: Desio. Concluso un ciclo durissimo, un’altra strada si apre, e stavolta Manuela stabilisce condizioni tra le più favorevoli per istituire il Centro Tecnico della Squadra Nazionale italiana. Il luogo prescelto Desio, “una cittadina a ‘misura d’uomo’ a pochi chilometri da Milano”. Il resto è storia scolpita, sul podio e sulla carne.

Il libro va letto, pagina dopo pagina, come sfogliando i giorni di un calendario fatato. In seguito c’è anche “La voce delle Farfalle”, testimonianze vive di ammirazione e di affetto, di gratitudine senza fine. Elisa Santoni (il capitano: Un’esperienza di vita incredibile, che sarà utile per il mio futuro!), Elisa Blanchi (Grazie Manu con tutto il cuore per quello che fai per la ritmica italiana…), Anzhelika Savrayuk (… sei riuscita a portarci sullo scalino più alto, quello tanto ardito e inarrivabile!) Romina Laurito (Grazie per aver creduto in me, grazie per avermi insegnato a vivere in questa squadra…), Marta Pagnini (… volare insieme alle mie compagne su pedane da sogno.), Andreea Stefanescu (… faccio fatica a parlare e mi viene più spontaneo scrivere, ma questa volta non mi riesce nemmeno questo…), Giulia Galtarossa (Un ringraziamento speciale a un’allenatrice speciale…), Chiara Ianni (Spero di riuscire a tenere alto il valore di questa meravigliosa squadra…), Camilla Bini (… il tuo nome racchiude gran parte della storia della ritmica italiana…), Camilla Patriarca (Grazie per le ali che mi permetti di indossare, farfalla tra le Farfalle.), Daniela Masseroni (… l’argento di Atene e il primo oro mondiale di Mie non saranno mai eguagliati per la loro importanza e unicità.), Marinella Falca (L’importanza delle regole e il rispetto delle compagne di squadra […] ora fanno parte del mio modo di vedere lo sport e la vita!), Fabrizia D’Ottavio (Emanuela non è mai stata “mamma” ed è stato giusto così.), Laura Vernizzi (… sa spronarti; sa darti sempre la carica giusta; sa farti credere in te stessa…), Matilde Spinelli (… Emanuela è stata, per tutte noi, un po’ allenatrice, un po’ mamma e un po’ maestra di vita).

Seguono inoltre attestati di stima e di ammirazione da parte di ginnaste formate alla scuola della Maccarani e in seguito sue collaboratrici di valore: Valentina Rovetta e Francesca Pasinetti (allenatrici e assistenti tecniche), Klarita Kodra (insegnante di danza), e infine Marina Piazza (Direttrice Tecnica Nazionale), che aveva individuato le grandi potenzialità di Emanuela fin da quando la conobbe da giovanissima ginnasta e su lei puntò la sua attenzione e ripose le sue aspettative, tutte di gran lunga superate dai fatti. Chiude il libro un inserto fotografico che racconta per immagini la vita di Emanuela Maccarani, che tante altre vite coinvolge infuocate dalla stessa passione, e si entra a far parte di una leggenda vivente, tutta al femminile, che da sola riscatta tante pagine buie della storia umana e sportiva.

 

Maria Lanciotti


 
 
 
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