Flautista
Prendi aria:
Dammi anima
E una lacrima.
Come un bacio
Il tempo della vita:
Breve e lunghissimo
Come un bacio fra innamorati inesperti.
Preghiera
Assaltare alture
E declivi
Con lo sguardo perduto nell’erba
Che al vento si flette
In preghiera.
Noi
In tutte le creature
Sperse di Dio
Io mi ritrovo.
Incorrisposto amore
Uggiolando i cani
Si accucciano ai piedi
Del padrone
E con gli occhi parlano
D’incorrisposto amore.
La pazienza del gatto
Avere la pazienza del gatto
Quando muore
Leccando l’ultima luce
Lo sguardo già opaco
Il muso nell’erba
Retratti gli artigli.
Istante
Cerco parole per un dire che non ha parole.
Un sole pieno che ti spacca il petto
E ti serra la bocca nella meraviglia
D’esser vivo e pensante
E l’istante che dilegua
Lasciando luce d’alba nella tua sera.
Fratture
Sogno d’ombra.
Troncava un duro arnese
Il marmo.
Figlio
Se non t’avessi avuto
In tutti i figli t’avrei cercato.
T’avrei rubato
Strappato
Dalle braccia non mie.
Se non t’avessi avuto
T’avrei tratto
Dalle mie carni
Con la ferocia d’un dio
Che vuol riprodursi.
Fumi di vulcano
La verità non sta
Chiusa nel cranio
Ma aleggia
Come fumi di vulcano.
Drago
Il drago al mio servizio
Ha finito il fuoco.
Striscia ora sul cratere
Delle acque immote.
Il drago al mio servizio
Domani lo mando in pensione.
Bambola
La bambola ha perso
Il trucco i capelli
Un occhio e una gamba.
Col suo cuore di pezza
Giocano i cani randagi.
Venne il fabbro
Per paura dei ladri
Tutta la casa era stata sbarrata.
Smarrita la chiave
Non potevo più entrare.
Venne il fabbro.
Aveva la lima e la sega
E il piede di porco.
Io non avevo con me
Neanche l’acqua per bere:
Dentro la casa sbarrata
C’era tutto il mio avere.
Lottò il fabbro col ferro
La porta cedette.
Ma io nuda e leggera
Già mi ero avviata
Verso nuove dimore
Senza porte e inferriate.
Restare andare
Stagione incerta
Tra burrasche e brezze.
Confini instabili
Nuovi panorami.
Restare andare
Faticosa scelta.
Seguire impulsi
Fuori luogo e tempo
Nella smania
Incessante
Di ricerca.
Attimi
Vivo
Teneramente
Carezzando l’erba
Che mi accarezza.
Preziosi istanti
Da masticare
Come l’ultima ostia
Mentre la luce cala
E si prepara a invadere
La notte
Il velo turbolento
Mosso dal sangue.
Lingua avviluppata
La parola fa male
Spinge la parola
E si contrae
Arrotolata su se stessa
Muta lingua
Nera lingua
Lingua avviluppata.
Granelli
I tuoi versi
– poeta –
Granelli di terra
Sparsi sulla pietra.
Scivola il tempo
– poeta –
Particelle d’eterno
Graffiano la pietra.
Donna
Donna non sei
Se per la vita non sei pronta a morire.
Il sospiro della luna
Quante parole dette
Scritte pensate
E il sospiro della luna
Fa un rumore
Che cancella tutto.
Quinta stagione
Non l’aspettavo questo
Tempo qui.
Non potevo immaginare
Che esistesse.
Mi sembrava lunga la vita
Insostenibilmente.
E troppo lungo
Il filo del pensiero
Teso fra il mai
E il sempre.
Troppe le stagioni
Da attraversare
(da cui farsi attraversare)
E c’era la stagione impensata
(dolcissima)
Che vivo
Come roccia infissa
Nella roccia
E braccia d’acque
Carezzevoli e mortali.
Mistero
Queste mie ginocchia
Dure come sassi
Più non strisciano
Chiedendo grazia.
La carne di questa terra
Rimpolpa le mie ossa
Fatte nuove
Dal lungo genuflettersi
Al Mistero
In cui affogo.
Gallerie
Ti ho forse inventato
Albero senza frutti e semi
Ricco di fronde sensibili
E suonanti.
Nella corteccia scabra
Scavai mille gallerie
Per arrivare al segreto
D’una bellezza senza vita e spasmo
Oscillante agli schiaffi
D’uno stanco temporale
Senza grandine e tuoni.
Mai raggiunsi l’inesistente
E riconoscente
Mi aggrappo al furore delle fioriture.
Agenda 1980
(a Ombretta)
Vivere come un fiore
E un passero:
Per un giorno
E per sempre.
Caverna
Lasciare che il magma
Sgretoli e divori
Il più interno massiccio.
Lasciare che si faccia
Caverna incandescente
Il più profondo sito
Del sentire.
Lasciarsi esplodere
Alla spinta irrefrenabile
Del nucleo.
Annuvolare il cielo
Di domande
Cercare fra i detriti
(pezzi d’anima)
Il codice della comprensione.
Dilatare la mente
Per decifrare
Segni visti in sogno
E vedere
(prima che fiorisca)
Il cespuglio lilla
Scalare scogli
E i caratteri del nuovo linguaggio
Impressi in un volume antico
Da sfogliare.
Arca
Quando quel tempo arriva
Che ti sommerge e spazza
Vorresti avere un’arca
Per salvare anche le più piccole cose.
Alieno
Non l’altro mi è alieno
Ma lo stesso mio pensiero
Abissale.
Continuamente scavo
Senza mai cogliere
Il principio della mia interiorità
Insondabile enigma.
Storia
La storia degli uomini:
Spari e canti
Suono di campane
E singhiozzi.
E sempre un ventre
Che produce uomini.
Non porto con me nemmeno un geranio
Vado.
Ogni cosa che lascio è legata
A un passato di frecce.
Non porto con me nemmeno un geranio.
Non mi pento
Libera vivo
Dopo che l’anello ho spezzato.
Vi rimase preso il mio piede
Ma il resto sfuggì alla tagliola.
Zoppico è vero
E piango di dolore
E sanguino illuminando di rosso
La strada
Ma non mi pento lo giuro
D’essere stata la schiava
D’ogni battito e brivido
E dei suoni del fondo.
Lunga e breve
Troppo breve la vita
Per coglierne l’essenza
Troppo lunga
Per sopportarne l’empito.
Maria Lanciotti