Che sappia crescere con violenta bellezza
questo lento amarsi colmo di dolcezza
tra petali sparsi di strana follia
inaspettati attimi rubati alla poesia.
Non uno tra i tanti, un qualsiasi scherzo
ma un grappolo d’istanti baciati dallo sforzo
una fede mai spenta, mare vergine e terso
eterno solenne figlio di un Odisseo mai perso.
Ecco il tramonto dal riflesso cangiante
al cospetto di un desiderio che istiga la mente.
Che quest’amore sia vero, di mani e occhi irriguardosi
un morire complici in notti tra malizie e fusioni
audaci baci su pelle nuda, irrispettosi
di corpi alla mercé di un impetuoso vento
insopportabile pegno privo di ragione, pianto
nell’intenso richiamo d’anime all’unione
due cuori tesi come corde di violino.
Così l’amore sarà
quando nell’averti accanto,
il mio respiro col tuo sarà vinto
un riconoscersi intero nell’incontro,
il per sempre d’un unico destino.
Rosaria Chiariello
Nota di Enrico Marco Cipollini
Stilemi ottimi, contenuto solo per grandi anime perse nell'azzurrità, che stanno sparendo: un Odisseo sempre alla ricerca della sua Itaca (ma ritrovata sarà la stessa?), Ulissidi sempre più rari, che vagano presi, vinti da un amore esagerato che profuma di salmastro, di voglia di libertà infinita, di pensiero ipnotico della mente mai addormentata... è quella Charis che infonde, ellenicamente, a spiriti eletti la forza di vivere di essere senza compromessi: solo petali profumati di ambrosia e di rugiada in dune sterminate nascono tali funamboli dello spirito: “l'essere”. Ultima strofa degnissima, cara Rosaria Chiariello. Un fiore difficilmente rintracciabile sia per versi e forma ineccepibili, per contenuto profondo che è musica di Mozart per le mie orecchie!