Se la palla ce l'abbiamo noi gli avversari non possono segnare, Nils Liedholm. Il calcio è la cosa più importante delle cose non importanti, Arrigo Sacchi. Sono un giocatore normale che ogni tanto fa cose eccezionali, Marco van Basten. Ho speso molti soldi in donne, alcool e macchine sportive, il resto l'ho sperperato, George Best. Espressioni programmatiche, proclami o esplosioni d'ironia da protagonisti differenti, ma tutti emblematici, con il comune denominatore del calcio. Liedholm, sublime interprete del centrocampo di Milan e Svezia per tutti gli anni Cinquanta, poi allenatore altrettanto fenomenale, serafico e ieratico nel suo saper combattere con stile, agonista e funzionale ma sempre, inguaribilmente, esteta. Arrigo Sacchi o della nevrosi del risultato e della vittoria, perfezionismo rivoluzionario e legge dello spettacolo. Marco van Basten, il cui gol al volo per l'Olanda nella finale europea '88 contro l'URSS (un altro mondo...) è fra i più belli di tutti i tempi. George Best, il geniale attaccante del Manchester United, il quinto dei Beatles, bello e dannato, la fantasia al potere e troppo alcool nelle vene, causa della sua morte precoce.
Di loro e di altri si potrà discettare alla Footballspacegallery (Casa Suardi “ex Università”, Piazza Vecchia, Bergamo) tutti i giorni sino al 31 ottobre (ore 10-22): dalla gioia di Angelo Domenghini dopo Italia-Germania 4-3 a Mexico '70 e dal libero in frac Franz Beckenbauer (finì per giocare, in quella stessa partita, con un braccio al collo e uno stile sempre inarrivabile) alla Grande Inter e al Grande Torino, dall'Atalanta a Giacinto Facchetti e via, per percorsi infiniti, fra le fantasie del gioco più popolare del pianeta Terra e i sogni dei bambini.
Footballspacegallery è... «la prima galleria in Italia dedicata al mondo del pallone per far rivivere e condividere la passione che porta questo sport ad essere il più seguito e celebrato al mondo. Attraverso un percorso museale, una retrospettiva/collezione di grandi pezzi di storia del calcio internazionale abbinati ad installazioni rappresentative. Le maglie delle più prestigiose squadre e dei personaggi che le hanno indossate. Momenti “vissuti” di vittorie, valori, culture ed emozioni».
Sarà qui possibile, come detto, ammirare la maglie di campioni di ogni tempo, comprese quelle di Del Bosque, attuale coach della Spagna europea e mondiale, e di Pier Luigi Pizzaballa, portiere divenuto celeberrimo per essere una delle figurine della Panini (parliamo qui di storia del costume...) più rare. Addirittura introvabile. Anche così si può passare alla storia (invero il Pizza fu un valentissimo paratore).
Formidabile pendant la mostra di ritratti a olio, in numero di tredici, dedicati ai più grandi portieri della nostra tradizione dal pittore Giovanni Cerri, figlio d'arte – come dipintore – e nipote d'arte – come intrigato dal mondo del calcio, in quanto il nonno materno, Bonifacio Smerzi, fu portiere dell'Inter a cavallo degli anni Venti e Trenta, compagno di Peppino Meazza e giocatore agli ordini di quell'Árpád Weisz trasmigrato dagli scudetti milanese e bolognesi all'esilio per le infami leggi razziali del regime e alla morte con tutta la famiglia nell'orrore di Auschwitz. Valerio Bacigalupo che ci fissa da oltre la rete, il granata sullo sfondo e lo scudetto tricolore a spiccare sulla maglia nera; Dino Zoff, che si staglia con la sua serietà nell'azzurro, un cielo di gloria; Gianpiero Combi, eroe del Mondiale '34, il padre di tutti i portieri in una plastica uscita in presa...
Nostalgia e studio storico, memoria e raffigurazione artistica. C'è tanto in questa retrospettiva/collezione: la triade amore-colori-passione ben esemplificata nello slogan I love this sport, elementi tutti ben centrati e in assoluta armonia fra loro.
Alberto Figliolia