L'itinerario di salita al Pizzo Quadro coi suoi 1500 metri di dislivello in salita, sebbene non presenti evidenti difficoltà tecniche, è uno dei più faticosi della Valchiavenna. Il paesaggio dalla vetta è vario e suggestivo: si spazia dai giganti dello Jungfrau e del Rosa, alle impegnative pareti Nord del gruppo del Badile, fino al dolce e rassicurante blu del Lago del Truzzo, oggi praticamente asciutto.
Come ormai consuetudine quest'anno, sono costretto ad andare in montagna alla sera dopo il lavoro. Chilometrate in macchina e, alle 19:30, sono a Starleggia. Parcheggio al limite dell'asfalto, nei pressi della chiesa: mi sembra inutile sollevar polvere sullo sterrato per risparmiare qualche centinaio di metri a piedi.
Alle 19:50 inizio la mia passeggiata lungo il sentiero che “taglia” i tornanti per i Bocc. Dove la pista si fa più dolce, poco prima delle baite, prendo la traccia che entra nel bosco e si dirige verso S. Attraversato un prato con mucche di serie, la pendenza si fa interessante e, serpeggiando nel bosco, arrivo a uno stupendo poggio panoramico. Ci sono poche vacche e molte mosche fastidiose, ma il luccichio della croce del Pizzo Stella attira la mia attenzione. A N il tramonto s'impadronisce del Tambò e del Ferrè e, aiutato dalla cappa d'afa, nasconde tutto il fondovalle sotto un velo viola.
Proseguo sullo spartiacque erboso, o leggermente a sx di quest'ultimo, direzione SO. Ignoro i segnavia: aiutano più a perdersi che a orientarsi. Nei pressi del testone di quota 2283 la via si fa decisamente più sassosa. Il Bivacco Servizio (m 2550, ore 3) è chiaramente visibile e la via per raggiungerlo è evidente. L'oscurità si sta lentamente divorando tutto ciò che mi circonda. Ore 21:30, sono al Passo del Servizio, pochi metri sopra il bivacco.
Scendo quindi sui ghiaioni a S della bastionata rocciosa fra il Pizzo Quadro e il Motto Alto. Una debole traccia su ghiaia, sfasciumi e neve, mi guida fino alla sella che precede la cresta finale.
È notte, ma giunto sul crinale vengo abbagliato dallo splendido tramonto, là, sul lontano Jungfrau.
Seguo il filo e gli abbozzi di traccia che riesco ancora a distinguere. La via è ripida, le roccette spesso bagnate e scivolose. Qualche breve e semplice passo d'arrampicata e alle 22:20 sono in vetta (m 3015, ore 1:30).
Il vento è gelido. A O il tramonto saluta le stelle che luccicano sopra la Val Bregaglia. Prendo il bussolotto nero che è nascosto nel basamento della croce, lo svito ed estraggo il libro di vetta. Ho la pila fra i denti e sfoglio le pagine cercando la prima libera su cui lasciare la mia firma quando, inaspettatamente, leggo il mio nome.
Beno?! Ma l'ultima volta che sono stato quassù erano 8 anno fa, come può essere? La data a cui si riferisce quel testo è quella di oggi... Leggo meglio e risolvo il mistero. È un messaggio del mio amico Roby! Sapendo che sarei salito da solo questa sera, è stato qui oggi pomeriggio per lasciarmi queste righe di compagnia. Che bella sorpresa!
Ricambio il saluto, poi metto il frontalino e comincio la discesa prima di congelare.
Seguo il percorso di salita fin oltre il Bivacco Servizio poi, poco dopo il testone di quota 2283, scelgo una variante rispetto al tracciato di salita: il sentiero che smonta dallo spartiacque e ripido s'abbassa a N nella Val Sancia. Arrivo nei pressi di una piccola diga (m 2000 ca.), seguo l'opera di presa in muratura, poi prendo la pista sulla dx idrografica che mi porta a Bocc. Il fondo è inizialmente molto sconnesso, quindi diviene una morbida traccia lungo i prati. Ritrovo la carrozzabile per Starleggia, e, quasi l'una di notte, arrivo alla macchina. (14 giugno 2006)