Succedono cose che mi fanno pensare a una smemoratezza generale (dalla quale non mi smarco, ma pensate all'età).
Prendo come esempio sul quale discutere, la faccenda del papa a Lampedusa. Avendone scritto, ho ricevuto segni di assenso per lo più, e anche consigli ecc. Benissimo.
Manca però sempre la tenuta in considerazione delle opinioni generali esposte su questo Papa da varie parti. Per quanto riguarda me, metto in rete e faccio girare le opinioni di chi lo approva e quelle più meditate e “interne” di cattolici critici come quelli di Noi siamo Chiesa, che è un movimento cristiano internazionale diffuso soprattutto in Europa e in America Latina; o le osservazioni singole e autorevoli come quelle di Giancarla Codrignani, sempre molto attenta critica ed equilibrata. Ne vien fuori un giudizio ancora sospeso, con speranze dubbi incertezze, in riferimento alla storia di questo Papa e alle sue audacie simboliche, ma anche frequenti rese al conservatorismo teologico e istituzionale. Mi sono molto arrabbiata ad esempio che in una recente predica, che ha avuto l'onore dei Tg, nella quale citava con fastidio i preti che usano macchine costose, abbia aggiunto anche le suore, dimenticando lo splendido gesto da additare invece in questo come modello di Madre Teresa di Calcutta, che quando Paolo VI le regalò una macchina perché potesse viaggiare con meno fatica, ringraziò, ma la vendette subito per dare il ricavato ai poveri. Il papa è un po' smemorato? o un filino narcisista? Sarebbe bene dare giudizi su di lui meno sbrigativi e un po' contestualizzati, non vogliamo ripercorrere la strada del grillismo no? A chi si dichiara indifferente, ma anticlericale, ricordo che la Chiesa non teme l'anticlericalismo, al punto che si suol dire che le migliori battute e barzellette anticlericali le inventano i Gesuiti.
Ma veniamo ai fatti: tra le originalità simpatiche di questo papa avevo io pure sottolineato che affacciandosi al balcone appena eletto avesse detto semplicemente a tutti/e “Buonasera!”. Seguirono, molto giustamente, gesti forti, come di non abitare negli splendidi, ricchissimi, sontuosi palazzi vaticani e usare appartamenti semplici, la croce pettorale di ferro, paramenti meno ricamati e vistosi. Ora ha licenziato una enciclica sulla fede, scritta a quattro mani con il Papa emerito Ratzinger. Segna secondo i più una specie di resa teologica a Ratzinger, forse un omaggio generoso al suo colto predecessore, forse anche per uscire da un certo imbarazzo verso quasi un morto vivente e magari addolorato, perché il suo successore non è Scola. Ma forse anche una trattativa per fare santi insieme Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII, che altrimenti sarebbe rimasto lì in attesa di un secondo miracolo. Si nasconde la faccenda di san Pio, fatto santo prima, il famoso Padre Pio, che Papa Giovanni credeva un simulatore e ne fermò il cammino verso la proclamazione di santità. Adesso cosa faranno? Si dovranno levare tutte le immagini di san Pio da tutti i nascondigli di mafiosi catturati, dove campeggia? Non sarebbe il primo smiracolo di Padre Pio.
Come si sa non abbiamo ancora chiuso la “questione romana”, avendo anche perso (innocentemente?) l'occasione per affrontarla con storiografia scientifica durante l'anno dei 150. A chi mi suggerisce a proposito di Lampedusa “libera chiesa in libero stato” chiederei per favore di resuscitare Cavour, che fu in proposito assolutamente sconfitto. Quando ci fu la breccia di Porta Pia e la presa di Roma, il papa si dichiarò prigioniero e la nobiltà romana nera, cioè di origine pontificia, chiuse i portoni dei suoi palazzi e usò le porte di servizio, come si usava in segno di lutto e così resistette per decenni, e fino al Concordato fascista, che segnò la vittoria della Chiesa. Cose note, da scuola media.
Fu persa anche l'occasione della Costituzione, con l'approvazione dell'art. 7Cost., che introduce i Trattati lateranensi, e buonanotte. Bisogna ricordare che contro tale “soluzione” erano tutti i partiti laici fino ai socialisti e a favore quasi tutta la Dc (non Dossetti e nemmeno del tutto De Gasperi) e fu Togliatti con il Pci decisivo per l'approvazione dell'art. 7 che così passò. Togliatti giustamente voleva non avere contro la Chiesa se si fosse presentata l'occasione di governare e pensò di darle questa garanzia. Obiettivo legittimo, ma sbagliatissima la procedura, le alleanze, le promesse, insomma tutto.
Poiché ora i Concordati sono strumenti vecchi, si potrebbe chiederne l'abrogazione a Papa Francesco: dovrebbe essere un gesto da poco in sé, una piccola “modernizzazione”, ma molto fortemente simbolica, verso la riforma delle strutture di potere mondano della Chiesa. Proviamo?
Lidia Menapace