Lo scritto di Gino Songini nell’ultimo numero del Gazetin, (Pensieri inutili: “Nella giungla informatica, tra felici scoperte e trappole insidiose”, giugno 2013), sottolinea in maniera appropriata, lucida ed equilibrata il vuoto abissale che si è venuto a creare negli anni, dopo i primi entusiasmi, nelle comunicazioni via internet. Con esso viene a dirci quanto danno può nascondersi dietro a tale virtualismo soprattutto per i nostri ragazzi e per personalità fragili che sempre più spesso sono “dedicate” allo schermo.
Il forgiare ogni giorno la propria persona su blog, web, incontri fittizi, su pagine facebook dove ognuno si presenta come vorrebbe essere e quasi mai come realmente è, hanno fortemente contribuito a un relazionismo ineffettuale e pericoloso. Il distaccamento dalla realtà insieme alla inconsapevole ma profonda solitudine hanno ispessito il muro tra realtà e finzione. Una conferenza tenuta a Ferrara da Luperini e Vassalli, e protratta per tre giorni in una serie di incontri con il pubblico, aveva già presagito nell’84 il desolante quadro del labirinto delle solitudini che avremmo visto nel tempo. Ma, e torno preoccupata al pensiero di personalità in formazione, è una comunicazione facile, l’interazione perde di significato e la fisicità dell’incontro anche; tutto scivola nella faciloneria, nella poco responsabile dichiarazione di essere “amici”, di stimarsi e volersi del gran bene (e sottolineo come proprio l’amicizia, sentimento sacro, venga ridotta in cenere). Anche io, Gino, scrivo con la penna, se scrivo lettere sono lettere vere, quelle su foglio che s’imbucano e si aspetta la risposta. Quelle che riportano le caratteristiche della nostra grafia nella sua singolarità, che si riferiscono a persone e non a destinatari mai visti ma “rigorosamente amici”. Certo che non parlo, come giustamente sottolinei tu, di informazioni che DEVONO essere date, di video e realtà che ci mettano in contatto con il mondo e diano voce a chi non si può liberamente esprimere. Però non può non venirmi in mente la canzone di Jannacci e una sua strofa che sentii da Fazio pochi mesi prima della sua dipartita (perché gli amici partono, i virtuali scompaiono come sono venuti senza lasciar traccia).
Per tutti quelli che... dicono di avere 3800 amici via facebook poi passano le feste da soli in latteria. Più o meno, Gino, faceva proprio così… e così la vita non suona ma stona… almeno per noi, almeno per me e te oggi ed io ne sono felice.
Grazie ancora del tuo articolo.
Patrizia Garofalo
(per 'l Gazetin, luglio-agosto 2013)