Margherita Hack si è battuta, da scienziata, per la libertà di ricerca scientifica, per l'autodeterminazione nelle scelte individuali e per la laicità delle istituzioni.
Nel giorno della sua morte, la salutiamo con profonda riconoscenza per averci voluto al suo fianco, anche da iscritta all'Associazione Luca Coscioni, su tanti battaglie: dal referendum per l'abrogazione della legge 40/2004 e dall'appello per la ricerca sulle staminali embrionali, fino alla recente campagna per la legalizzazione dell'eutanasia, per la quale ha rilasciato un mese fa una delle sue ultime interviste per “FaiNotizia” (video in calce).
In un'epoca nella quale la scienza e la medicina continuano a subire ostacoli ideologici e clericali, vogliamo ricordarla con le parole che utilizzò in conversazione con Mirella Parachini e Luigi Montevecchi a Radio radicale: «Credo» disse Hack «che molti scienziati credenti vedano questa luce di Dio non come una guida per il progresso della scienza, ma come una questione personale. Scienza e fede sono su due piani diversi, ci sono scienziati credenti, scienziati non credenti. Lo scienziato si basa sulla ragione, sull'osservazione e sull'esperimento, che creda o non creda in Dio. Il non credente ha la fiducia nel progresso della scienza e nella sua utilità, nel suo contributo al progresso dell'umanità».
Filomena Gallo e Marco Cappato
a nome dell'Associazione Luca Coscioni