Sotto l’ortensia bianca, che non ha ancora deciso
se virare verso il rosa o verso l’azzurro,
Oggi mi faccio cogliere dall’ultimo raggio di un sole calante
che scopre anche i giochi furbi delle lucertole in accoppiamento
Mentre la mia ombra senza volto si staglia nell’ultimo rettangolo di prato
rimasto illuminato, alle sette di sera, da un sole molto caldo
E sopra un aereo, romba nel cielo all’inizio di una nuova estate
che rimanda al romanzo non letto dello scrittore di periferie
e alle mie gambe ancora magre per un’altra stagione
Loro nascondono gli anni come non sanno fare invece le mani
che si sono scritte lettere allo stesso destinatario.
Rimane l’alloro contro il muro di cinta,
mentre il glicine lo tagliavano per una spoglia parete di cemento
Ed io avevo pianto anche l’anno scorso alla potatura definitiva dei fiori d’angelo.
L’ortensia una settimana dopo ha deciso di pitturare i suoi petali di rosa
mentre io sono rimasta ancora della tonalità dei grigi, sempre più sbiaditi.
Barbarah Guglielmana
(Sui muri nel giugno 2013, il 16 e il 22 precisamente, ascoltando Bach)