Questa mattina abbiamo letto, non senza un certo stupore, le dichiarazioni rilasciate da Sertori, in particolare: «La corrente renziana del Pd, quella rappresentata da Del Barba vuole abolire la Provincia e per sostenere le sue tesi parla alla pancia della gente in una demagogia che non serve a risolvere i problemi».
Non ci soffermeremo sul concetto di demagogia, ovvero del parlare alla pancia della gente, perché in questo sicuramente il partito rappresentato da Sertori è stato maestro negli ultimi anni, anche quando era al governo del Paese, avendo presentato – in quella veste ed in quel ruolo a firma dell’allora Ministro Calderoli – il disegno di legge costituzionale per la soppressione degli enti intermedi (leggi Province), per poi sposare immediatamente dopo l’esigenza opposta.
Ciò premesso, ritengo opportuno, nonché doveroso, fare il punto sullo scenario nazionale e locale in materia di riassetto istituzionale.
Il nostro giudizio (intendo del gruppo I Democratici in Consiglio provinciale) è rimasto immutato: l’abolizione delle Provincie è un provvedimento che consegue alla richiesta dell’opinione pubblica di intervenire in qualche modo sulla barocca architettura dello stato, non più sostenibile nell’attuale situazione economica e con i sacrifici richiesti a cittadini ed imprese. Si è scelta la via più “facile” e potenzialmente “breve” per evitare di affrontare la partita ben più complessa del riordino dell’intera architettura statale. Di questo, lo ribadisco, siamo stati e siamo tuttora assolutamente consapevoli.
Questo è il dato di fatto “nazionale” del quale sarebbe bene prendere atto nel minor tempo possibile, cercando – nella condizione data – di trovare una soluzione praticabile e compatibile con le esigenze citate affinché una proposta alternativa abbia una qualche possibilità di essere accolta. Perché non possiamo pensare che nell’immaginario collettivo nazionale la Provincia abbia il medesimo ruolo ed il medesimo impatto che questo Ente ha per la nostra comunità.
La nostra adesione convinta al tentativo di salvataggio della nostra Provincia – al tempo apparentemente riuscito –è sempre, e sottolineo sempre, stato vincolato alla necessità di definire una proposta credibile e sostenibile di riassetto istituzionale locale. Per il PD tale proposta non avrebbe potuto prescindere dalla abolizione delle Comunità Montane, dalla profonda revisione di tutti gli enti di secondo livello e dal “ridimensionamento” del BIM, ma abbiamo addirittura accettato di “mediare” la nostra posizione per addivenire, nel lontano settembre 2012, alla approvazione all’unanimità da parte del Consiglio provinciale di una mozione che impegnava il Presidente Sertori ad attivare – entro il 31/12/2012 – un Tavolo Istituzionale dedicato.
Da allora, nonostante nuove sollecitazioni da parte nostra, snobbate peraltro come semplici provocazioni, non è accaduto assolutamente nulla. Non abbiamo più avuto notizia del Tavolo Istituzionale, salvo un incontro formativo per gli Amministratori a fine marzo 2013, tenuto dal prof. Avv. Delfino. L’unica comunicazione in proposito è stata fatta nell’ambito del convegno che SEV ha dedicato al riassetto istituzionale locale, nel quale abbiamo appreso – in modo del tutto irrituale ed informale – che la partita del riassetto è stata trasferita al livello regionale, all’attenzione del Presidente Maroni.
Non parliamo, poi, degli organismi in seno all’Amministrazione provinciale. L’ultima riunione di Consiglio provinciale, il 26 aprile, è stata caratterizzata dalla mancata partecipazione ai lavori del gruppo di maggioranza del PdL, a causa dei profondi dissidi con il Presidente Sertori. Anche in quella occasione abbiamo stigmatizzato quanto da noi richiesto a gran voce da più di un anno a questa parte: che si chiarisca una buona volta la composizione e gli assetti della maggioranza al governo dell’Amministrazione provinciale.
Nel frattempo, nonostante una nostra formale richiesta – il 12 aprile scorso – di incontro della Commissione competente con il nuovo Presidente del DMO, nulla si è mosso. Le Commissioni permanenti non sono più state convocate. Per non parlare del mancato avvio dell’iter di approvazione del Piano Energetico Provinciale (approvato all’unanimità dal Consiglio nel lontano 2010), del mancato avvio della revisione del Piano Cave (chiesto in più occasioni da questo gruppo sin dal 2012), la mancata definizione del Piano Strategico sul Turismo e via dicendo.
Ma questa “sospensione” non è stata la prima di questo mandato amministrativo. Tutti ricorderanno il lungo stop conseguito alla sfiducia all’allora Presidente del Consiglio provinciale, Patrizio Del Nero, con tutto quanto ne è conseguito anche in materia “giudiziale”.
Presidente Sertori, potremmo essere noi a replicare alle sue dichiarazioni che la Provincia, in un territorio montano delicato e strategico come il nostro, si difende con i fatti, non con le parole, né tantomeno con l’attivismo di un singolo. Si difende riconoscendo il ruolo che spetta agli organismi di governo dell’Amministrazione, cosa che lei – purtroppo – ha dimostrato di non essere in grado di fare.
La nostra Comunità di Valle ha bisogno di tutele particolari, peraltro previste anche nella nostra Costituzione. Siamo di fronte ad un bivio importante: scegliere di stare nel contesto dato cercando di definire la migliore tutela possibile per la nostra Comunità di Valle (in questo avvalendoci anche delle importanti figure scientifiche che la nostra Valle ha il privilegio di annoverare tra i suoi cittadini) oppure ricadere in una sterile rivendicazione di ciò che è stato e non potrà più essere.
A noi la scelta, nella consapevolezza che questa condizionerà non solo il nostro futuro, ma anche quello delle generazioni future.
Irene Bertoletti
Gruppo consigliare I Democratici