Alcuni articoli pubblicati negli ultimi mesi su riviste scientifiche internazionali hanno mostrato molti punti deboli della vivisezione, pratica antiscientifica utilizzata principalmente in due campi: la ricerca di base nelle università e le prove obbligatorie per legge nell'ambito regolatorio nelle industrie. Proponiamo un commento a un articolo che riguarda la ricerca di base.
Le risposte genomiche nei topi non simulano
le malattie infiammatorie umane in modo efficace
di Massimo Tettamanti
L'articolo “Genomic responses in mouse models poorly mimic human inflammatory diseases” è stato pubblicato nella rivista Proceedings of the National Academy of Sciences nel gennaio 2013. In questo studio viene messo in dubbio il valore della sperimentazione su animali tanto da arrivare a dire che, per lo studio delle malattie che coinvolgono il sistema immunitario, si debba abbandonare l'uso dei topi.
Vale la pena segnalare la lista di centri di ricerca di appartenenza degli autori dell'articolo, che sostengono la necessità di cambiare metodo di ricerca:
Stanford Genome Technology Center, Stanford University, Palo Alto, CA, USA.
Massachusetts General Hospital, Harvard Medical School, Boston, MA, USA.
University of Florida College of Medicine, Gainesville, FL, USA.
Ingenuity Inc., Redwood City, CA, USA.
Harborview Medical Center, Seattle, WA, USA.
University of Texas Medical Branch, Galveston, TX, USA.
University of Colorado Anschutz Medical Campus, Denver, CO, USA.
Parkland Memorial Hospital, University of Texas, Southwestern Medical Center, Dallas, TX, USA.
University of Washington School of Medicine, Seattle, WA, USA.
University of Rochester School of Medicine, Rochester, NY, USA.
University of Pittsburgh Medical Center Presbyterian University Hospital, PA, USA.
University of Toronto, Toronto, ON, Canada.
San Francisco General Hospital, University of California, CA, USA.
Division of Plastic and Reconstructive Surgery, Toronto, ON, Canada.
Stritch School of Medicine, Loyola University, Chicago, USA.
School of Medicine, St. Louis, MO, USA.
University of Medicine and Dentistry of New Jersey-Robert Wood Johnson Medical School, New Brunswick, NJ, USA.
Nonostante varie dimostrazioni scientifiche dell'inutilità della sperimentazione animale, per studiare i meccanismi fisiopatologici di base, per valutare nuovi approcci terapeutici e per decidere quali nuove molecole chimiche potrebbero diventare nuovi farmaci, è ancora diffuso l'utilizzo del cosiddetto modello murino (utilizzo di topi).
In questo studio gli autori mostrano come non esistano prove scientifiche che studino quanto il modello murino sia valido nel simulare corrispondenti malattie infiammatorie umane, mentre è decisamente chiaro quanto i risultati ottenuti sul topo siano scarsamente correlabili alle condizioni umane. Questo soprattutto nel campo delle malattie infiammatorie, che riguardano quindi il sistema immunitario umano.
Nell'articolo, sono analizzati 150 studi clinici, basati sulle indicazioni ottenute con animali, che avevano l'obiettivo di bloccare la risposta infiammatoria in condizioni critiche umane: tutti questi studi sono falliti. I ricercatori hanno appurato che, rispetto alle risposte genetiche che avvengono nell'uomo, gli studi sui topi forniscono informazioni completamente random (casuali).
In particolare, lo studio “Inflammation and Host Response to Injury, Large Scale Collaborative Research Program”, citato nell'articolo, ha permesso di dimostrare quanto i fenomeni osservati nell'uomo siano decisamente diversi dai risultati ottenuti sui topi.
Di conseguenza gli autori invitano a non proseguire con la sperimentazione su animali e a rivolgersi verso modelli scientifici in grado di avvicinarsi alla complessità delle condizioni e delle patologie umane.
Per informazioni e adesioni:
michele.mottini@cheapnet.it
LEAL Sezione di Sondrio
(da 'l Gazetin, giugno 2013)