Regia: Ricky Tognazzi. Soggetto: Simona Izzo, Leonardo Marini. Sceneggiatura: Simona Izzo, Leonardo Marini, Ricky Tognazzi. Fotografia: Fabio Cianchetti. Montaggio: Lorenzo Peluso. Musica: Carlo Siliotto. Scenografia: Mariangela Capuano. Costumi: Germana Melodia. Casting: Marita D’Elia. Produzione: Attilio De Razza. Produttore Esecutivo: Tore Sansonetti. Interpreti: Stefania Sandrelli, Marco Messeri, Ricky Tognazzi, Elena Sofia Ricci, Rosalba Pippa (Arisa), Monica Scattini, Diego Casale, Grazia Cesarini Sforza, Ronny Morena Pellerani, Raffaele Pisu, Debora Villa, Maria Pia Aricò, Gianluca Belardi, Andrea Beltramo, Nicola Sorrenti, Daniele Formica. Commedia. Durata: 98’. Italia, 2011. Prima: 9 settembre 2011.
Un film delicato e struggente, come ce ne vorrebbero molti nel triste panorama del cinema italiano contemporaneo. Commedia sofisticata all’americana, più che commedia all’italiana, dal tono dolceamaro, a tratti disincantato e fatalista, con una fotografia ocra, color foglie morte, che caratterizza l’intera pellicola. Ricky Tognazzi racconta la storia di Giuseppe (Messeri), un quasi pensionato, a disagio in una famiglia di Testimoni di Geova e molto legato alla timida figlia Chiara (Pippa), che si scopre di nuovo innamorato quando incontra Elisa (Sandrelli). Nappo (Tognazzi) è l’amico di Giuseppe sin dai tempi della scuola, farfallone, sempre a caccia di donne, sino al punto di farsi spennare da una giovanissima rumena. In realtà Nappo ama solo Patrizia (Ricci), la vecchia compagna che non l’abbandona mai, nonostante i suoi comportamenti molto sopra le righe. Il problema è che Nappo capisce troppo tardi che Patria era la donna della sua vita. In questo intreccio di storie d’amore la musica funge da collante, perché rapporti e conflitti sbocciano all’interno di un coro che intona melodie classiche.
La storia è ben raccontata, la sceneggiatura tiene, anche se manca un po’ di profondità psicologica in alcuni personaggi e il finale è un po’ troppo retorico. Ottima la fotografia flou di Cianchetti e la musica struggente e sentimentale di Siliotto, entrambe conferiscono il giusto tono alla pellicola.
Il messaggio del regista non è solo che l’amore non ha età, ma anche che certi legami di amicizia e di affetto possono durare per tutta la vita. Molto ottimista, perché ritiene che anche nei soggetti peggiori, in fondo, possa esserci del buono. Nappo si ravvede in punto di morte ed è l’emblema di questa filosofia. Molto ben raccontato il legame tra Giuseppe e Nappo, compagni di scuola, persone completamente diverse, ma unite nella passione e nel dolore. Messeri e Tognazzi sono straordinari nel tratteggiare un sessantenne pacato e un uomo maturo incapace di invecchiare. Elena Sofia Ricci è molto brava a dare vita a una donna innamorata ma delusa da un uomo che non la merita. Arisa (Rosalba Pippa) – timida figlia di Giuseppe – è una discreta ragazzina che scopre l’amore, ma è molto più brava nei panni di cantante che come attrice. Stefania Sandrelli è straordinaria come sempre, dà vita a una donna sconvolta dalla malattia del marito che per una notte cede alle tentazioni dell’amore. Tra i personaggi di contorno citiamo Raffele Pisu – riscoperto da Sorrentino ne Le conseguenze dell’amore – nei panni di un anziano cantante e Daniele Formica (il film è dedicato a lui), nella sua ultima apparizione prima di morire. Una pellicola che nel finale strappa persino qualche lacrima, senza cadere nel sentimentalismo. Il cinema italiano ha bisogno di buone storie, semplici, oneste, raccontate in maniera comprensibile. Tutta colpa della musica è senza dubbio una di queste.
Gordiano Lupi